Capire il coping: il ruolo della personalità

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Understanding Coping: The Role of Personality  

di Andrea Laudadio*, Maddalena Baumgartner**, Marina Conti***, Marco Amendola****
* Dottorando in Psicologia Cognitiva. Facoltà di Psicologia 2 – Università “La Sapienza”
**Dottoranda in Psicologia delle Emozioni e della Creatività Artistica. Dipartimento di Scienze Sociali – Università degli Studi di Cassino
*** Laureata in Scienze e tecniche psicologico sociali di analisi e intervento nel lavoro, nelle organizzazioni e nelle istituzioni – Università “La Sapienza”
**** Docente a contratto di Psicologia del Lavoro. Facoltà di Scienze Motorie – Università di Cassino

Per contatti:
Andrea Laudadio
Tel. 06.85.49.854
Cell. 338.22.42.092
Email: andrea.laudadio@uniroma1.it

Sintesi

Ad una rilettura dei contributi sul coping, rintracciabili nella letteratura, emerge da più parti un interesse per lo studio della relazione tra il coping e la personalità. Alcuni autori suggeriscono, a questo proposito, una rivisitazione del costrutto del coping in termini di personalità e aggiungendo che tale studio favorirebbe il superamento di alcune “mancanze” nella definizione del costrutto. A fronte di un interesse progressivamente generalizzato tuttavia in Italia non sembra che vi siano studi simili e, in particolare, condotti su campioni significativi di adolescenti.

Alla ricerca che viene presentata hanno partecipato 401 soggetti di età compresa tra i 17 e i 21 anni (età media di 18 anni e 1 mese, d.s. 11 mesi) a cui sono stati somministrati due strumenti: uno di “misura” del coping e un altro di personalità, ispirato alla teoria dei Big Five. I risultati hanno evidenziato una consistente relazione tra i due costrutti. Sia per i maschi che per le femmine, ma in modo più consistente per i primi che per le seconde, infatti, sembra esistere una relazione tra la dimensione “amicalità” e la strategia di coping “analisi e valutazione della situazione”. Inoltre per le femmine è solo la sottodimensione della “cordialità” ad entrare in relazione con “l’analisi e valutazione della situazione”, mentre il miglior predittore di tale strategia rimane la “scrupolosità”. Anche in relazione alla strategia di “autocolpevolizzazione/autocritica” è possibile giungere ad una conclusione analoga: sembrerebbe infatti fortemente associata alla dimensione “stabilità emotiva”, ma con ampie differenze di genere: se il miglior predittore per i maschi è il controllo delle emozioni, per le femmine è il controllo degli impulsi.

Abstract

A review of the literature on coping indicates a widespread appeal for a study of the relationship between coping and the personality. Some Authors suggest that the definition of coping should be revised in terms of personality, adding that such a study would help overcome the “lack” of clarity in defining the concept. Despite the increasingly widespread interest, there do not seem to be similar studies in Italy; in particular, studies  conducted on significant samples of adolescents are lacking.

The research study presented here covered 401 individuals aged between 17 and 21 (average age: 18 and 1 month, SD 11 months) who responded to two questionnaires: the first to “measure” coping and the second on personality, based on the ‘Big Five’ theory. The results showed a close relationship between the two concepts. For both males and females (though more so for the males), there seems to be a relationship between “Amicability” and the coping strategy “Situation Analysis and Assessment”. Furthermore, for the females, only the “Cordiality” sub-dimension has a relationship with the “Situation Analysis and Assessment”, while “Scrupulousness” is the best predictor for this strategy. A similar conclusion can be reached for the strategy of “Self-Blame/Self-Criticism”: it seems to be closely related to the dimension “Emotional Stability”, but with considerable gender differences. While the best predictor for males is emotional control, for females the best predictor is the control of impulses.

Introduzione

In letteratura il coping emerge come un costrutto complesso (Asprea e Villone Betocchi, 1998; Vollrath, 2001), dinamico (Lazarus e Folkman, 1984; Lazarus 1991, 1996; Frydenberg e Rouley, 1998) e multidimensionale (Chan, 1994; Endler e Parker, 1990, 1994; Zani & Cicognani, 2002) e numerose sono le definizioni che ne vengono proposte: alcuni autori (Frydenberg, 1997; Compass, 1998) ne sottolineano gli aspetti comportamentali; altri (Skinner e Wellborne, 1994; Parker & Endler, 1996;  Asprea e Villone Betocchi, 1998) ne evidenziano la finalità di riduzione dello stress e di gestione delle sue cause; altri ancora, più in generale, individuano come obiettivo del coping quello di aumentare il benessere personale (Hobfoll, 1998). Per Eisenberg, Fabes e Guthrie (1997) il coping rappresenta un sottoinsieme della più ampia categoria di regolazione dello stress, suddiviso in tre aspetti: regolazione dell’emozione, della situazione e/o dei comportamenti guidati dalle emozioni. Similmente, Compass (1998) definisce il coping come uno sforzo consapevole e volontario per regolare l’emozione, il pensiero, il comportamento, la fisiologia e il contesto, in risposta a eventi o circostanze stressanti. Folkman e Lazarus, 1988 propongono una classificazione delle strategie di coping attraverso due suddivisioni: la prima distingue tra il coping “orientato al problema” ed il coping “orientato all’emozione”; la seconda separa le azioni messe in atto per affrontare il problema da quelle tese ad evitarlo. Nell’ambito della prima categoria – coping orientato (o focalizzato) al problema – rientrerebbero le strategie dirette a trattare (o modificare) l’evento che ha causato lo stress[1].

Tra le proprietà del coping maggiormente studiate (Folkman e Moskowitz, 2000) troviamo la “complessità” della dimensione (Asprea e Villone Betocchi, 1998; Vollrath, 2001). Con tale termine – complessità – si fa riferimento al fatto che la maggior parte delle persone utilizzerebbe strategie di coping diverse in funzione delle diverse situazioni di stress. Tuttavia non tutte le strategie adottate risulterebbero egualmente vantaggiose per la risoluzione di una situazione stressante, e alcune lo sarebbero solo in funzione di situazioni particolari (Asprea e Villone Betocchi; 1998). L’adozione di strategie differenti esprimerebbe la dipendenza del coping dall’appraisal  (ibidem). Sembrerebbe infatti, che la risposta di coping fornita dall’individuo varierebbe in ragione della valutazione sulla possibilità di modificare con successo la situazione stressante: la valutazione compiuta orienterebbe l’adozione di strategie focalizzate sul problema, piuttosto che sull’emozione.

Le strategie di coping possono inoltre essere stabili o variabili: Asprea e Villone Betocchi (1998) si associano al pensiero di Lazarus (1996), il quale ritiene che il pensiero positivo nei confronti della situazione sia un dato stabile, dipendente dalle caratteristiche di personalità del soggetto; al contrario, la ricerca di supporto sociale viene ritenuto un dato variabile, dipendente dal contesto.

Secondo Frydenberg e Lewis (1993) il tentativo di ristabilire l’equilibrio – proprio del coping – può avvenire in due maniere: risolvendo il problema (cioè rimovendo lo stimolo) oppure adattandosi alla preoccupazione senza risolverla. Altri autori (Aspinwall e Taylor, 1997) utilizzano in relazione al coping in concetto temporale, distinguono tra coping attuato prima che l’evento si verifichi – proattivo – e quello attuato successivamente.

Il coping “proattivo” avrebbe effetti benefici sull’individuo, limitando i livelli di stress della persona e fornendo una gamma maggiore di opzioni disponibili per fronteggiare la situazione, e facilitando la conservazione di tempo ed energia.

Compas (1987), nel tentativo di mettere ordine all’interno della complessità del costrutto, opera una distinzione tra risorse (di coping), strategie (di coping) e stili (di coping): le risorse di coping consistono negli aspetti relativi al sé (quali l’autostima) o nelle risorse ambientali (gli altri significativi) a disposizione per l’individuo, cioè gli elementi da cui un individuo può attingere per fronteggiare gli eventi che sollecitano la sua risposta cognitiva, emotiva e comportamentale; le strategie di coping constano di azioni, sia in termini cognitivi che di veri e propri comportamenti intrapresi dall’individuo; gli stili di coping, infine, rappresentano la propensione – pressoché stabile – all’utilizzo di certe strategie in maniera non contraddittoria e coerente rispetto a determinate situazioni o eventi.

Per Frydenberg (2004) gli stili di coping rappresentano modalità di fronteggiamento coerenti con le credenze, i valori e gli obiettivi personali.

In letteratura (Rudisill ed Edwards, 2002; Endler  e Parker, 1990, 1994) viene sostenuto che le strategie di coping utilizzate dalle persone per affrontare gli eventi della vita avrebbero un’influenza significativa sul loro benessere e sulle loro scelte di carriera future e, in questa prospettiva, la comprensione delle strategie di coping messe in atto dagli individui, per eventi e situazioni specifiche, sarebbe pertanto di notevole interesse per gli interventi di consulenza rivolti ad adulti e adolescenti (Frydenberg, 1997, 2004).

Le strategie di coping, messe in atto dagli individui per affrontare le situazioni stressanti, sarebbero “infinite” (Frydenberg, 1997; 2004; Zani e Cicognani, 2002). Il dibattito sul numero e sulle caratteristiche delle dimensioni del coping è reso più complicato dal fatto che

«pochi autori hanno differenziato tra diversi livelli di concettualizzazione e di astrazione nella misura del coping, cercando di distinguere tra strategie vere e proprie, come il distanziamento o l’autocontrollo, e quelle che possiamo considerare “metastrategie”, come il coping di approccio o di evitamento, che raggruppano sotto di sé molte altre strategie.» (Frydenberg, 2004, pag. 4)

Si è reso quindi progressivamente più necessario il tentativo di raggruppare le varie strategie di coping in categorie, in base al criterio della similitudine (ibidem). Tali strategie di coping sono state classificate in base a diversi criteri: il tempo in cui sono attuate i comportamenti, la loro coerenza o variabilità, la funzionalità o la disfunzionalità, l’efficacia (o l’inefficacia) (Zani e Cicognani, 2002).

La suddivisione proposta da Lazarus e Folkman tra coping “orientato al problema” e “orientato all’emozione” attualmente non è considerata esaustiva da tutti. Ad esempio, Guichard e Huteau (2003) sostengono che non sempre è la più adatta. A questo proposito è possibile rintracciarne altre, alternative a questa. Alcuni hanno ritenuto di dover aggiungere, giungendo ad una classificazione basata su tre tipi di strategie (Asprea e Villone Betocchi, 1995; Endler e Parker, 1990, 1994), aggiungendo la strategia dell’avoidance (evitamento) alle due individuate da Folkman e Lazarus. Aspinwall e Taylor (1997) sostengono che la strategia di evitamento, qualora adoperato in modo ripetitivo, sia inefficace perchè non fornisce nuove indicazioni su cosa fare e, pertanto, pregiudicherebbe il ricorso al supporto sociale.

Asprea e Villone Betocchi (1998) – riprendendo la concettualizzazione del processo di coping di Holahan, Moos e Schaefer (1996) in due modalità (di avvicinamento e di allontanamento) – individuano quattro categorie: avvicinamento – cognitivo e comportamentale – ed evitamento – cognitivo e comportamentale.

Un’ulteriore classificazione  (Frydenberg, 2004) individua tre stili di coping: due “funzionali” e uno “disfunzionale” (Frydenberg e Lewis, 1991; Seiffge-Krenke & Shulman, 1990): i primi due rappresenterebbero il tentativo di fronteggiare in maniera diretta il problema (con l’aiuto di altri o senza) mentre il terzo sarebbe legato all’utilizzo di strategie “non produttive”. Frydenberg (2004) sottolinea che l’adozione dei termini “funzionale” e “disfunzionale” non deve essere riferita a modalità di coping “buono” e “cattivo”, poiché strategie e stili di coping sono dipendenti dal contesto. Tra le strategie di coping non produttive la Frydenberg pone le strategie di evitamento ed il “non pensare” al problema.

Coping e  Personalità

Molte ricerche esaminano il rapporto tra le strategie di coping e la personalità, misurata con i cinque fattori del modello del Big Five (nevroticismo, estroversione, apertura all’esperienza, amicalità e coscienziosità). Secondo Asprea e Villone Betocchi (1998) questo approccio evidenzia due aspetti importanti: riconosce la flessibilità e la coerenza nelle scelte degli individui, e recupera il ruolo fondamentale delle caratteristiche di personalità nelle situazioni di stress e nei processi di coping.

Le dimensioni del Big Five sono state studiate, da O’Brien e De Longis (1996), in relazione a tre diverse strategie di coping: focalizzata sul problema, sulla relazione e sull’emozione. Le autrici, seguendo un approccio relazionale-transazionale – per il quale le risposte di coping vengono interpretate come una funzione sia delle caratteristiche disposizionali sia delle richieste situazionali – sostengono che questo approccio teorico permetterebbe di avanzare nuove ipotesi sulla possibilità di prevedere le scelte di coping, sulla base della relazione dinamica tra individuo e ambiente. I risultati della ricerca evidenziano un’associazione più stretta tra i fattori situazionali e la strategia di coping focalizzato sul problema ed il coping focalizzato sulla relazione. La strategia focalizzata sul controllo dell’emozione sarebbe associata in maniera più frequente ai fattori di personalità.

Gli studi rintracciabili in letteratura (Vollrath, 2001) confermerebbero una relazione tra le diverse dimensioni di personalità e le strategie di coping. Alcune ricerche prendono in esame le dimensioni di personalità predittive della risposta emozionale sotto condizioni di stress (Vollrath, 2001). I lavori citati da Vollrath in questo campo riportano che il Neuroticismo e l’Ansia-tratto sarebbero validi predittori dell’aumento dell’ansia e di altre emozioni negative sotto condizioni di stress. Vollrath, in particolare, segue il modello interazionista di ansia sviluppato da Endler (Endler, 1975; Endler e Edwards, 1982) che analizza le interazioni tra le caratteristiche della situazione e quelle individuali; l’incremento dell’ansia-tratto avverrebbe quando si registra una congruenza tematica tra il tipo di minaccia percepita della situazione e la dimensione dell’ansia-tratto. Rispetto alle altre dimensioni della personalità, la Coscienziosità è risultata associata al coping focalizzato sul problema (Costa, Somerfield e McCrae, 1996; Shewchuk, Elliott, MacNair Semands e Harkins, 1999; Vollrath, Banholzer, Caviezel, Fischli e Jungo, 1994; Watson e Hubbard, 1996). Le persone coscienziose affronterebbero i problemi in maniera attiva e persevererebbero di fronte agli ostacoli. Meno consistente e più debole è il legame con l’Avoidance (Amirkhan, Risinger e Swicker, 1995; McCrae e Costa, 1986; Vollrath et al, 1994; Vollrath et al, 1995; Watson e Hubbard, 1996). Anche l’Estroversione è risultata collegata al coping focalizzato sul problema (Amirkhan, Risinger e Swicker, 1995) nonché significativamente associata alla Ricerca di Supporto Sociale (Amirkhan, Risinger e Swicker, 1995; Houtman, 1990; Vollrath et al, 1994; Vollrath et al, 1995; Watson e Hubbard, 1996). Più debole sembra essere il legame con l’Avoidance (Amirkhan, Risinger e Swicker, 1995; McCrae e Costa, 1986; Vollrath et al, 1994; Vollrath, Torgersen e Alnaes, 1995; Watson e Hubbard, 1996). Il nevroticismo è risultato collegato all’Avoidance (Vollrath et al. 1994; Watson e Hubbard, 1996). L’influenza del Neuroticismo sull’Avoidance diviene effettiva nel lungo periodo (Vollrath, Torgersen e Alnaes, 1995) ed agirebbe indipendentemente dagli attributi oggettivi della specifica situazione (Costa e MacCrae, 1989; Parkes, 1986).

Dalla ricerca di Burns et al. (2000), compiuta su 157 soggetti diplomati, emerge una correlazione positiva tra “perfezionisti” e “vigilant coping”, mentre i “procrastinatori” tenderebbero a non ricorrere alla strategia di Avoidance. I risultati della ricerca suggeriscono che procrastinamento, perfezionismo e controllo, rivestono un ruolo significativo per lo sviluppo di questi stili di coping.

Secondo Vollrath (2001) la teoria transazionale di Lazarus implica un nuovo livello di astrazione rispetto alla teoria interazionale poiché mentre in quest’ultima ambiente e persona rimangono elementi distinti, con ciascuno una propria parte di varianza, la teoria transazionale unisce individuo e situazione in un insieme nuovo. Il merito della teoria transazionale dello stress sviluppata da Lazarus consiste nell’aver posto in evidenza il ruolo esercitato dai pensieri e dai comportamenti della persona nella creazione dello stress (ibidem).

Vollrath (2001) considera che ridefinire il coping in termini di personalità potrebbe aiutare a superare le mancanze attuali mostrate dalla letteratura nella definizione teorica del coping e nella sua tassonomia:

«Dal punto di vista tassonomico, il coping dovrebbe essere ancorato all’interno del modello Big Five e delle sue sfaccettature».  (pag. 341 – 342).

Metodo e tecniche

Partecipanti

Hanno partecipato alla ricerca 401 soggetti, il 50,37% femmine e il 49,62%  maschi; l’età media era di 18 anni e 1 mese (d.s. 11 mesi) con età massima di 21 anni e minima di 17. Il 42,89% del campione proviene da un istituto tecnico, il 40,39% da un liceo scientifico, il restante 16,70% da un liceo classico.

Strumenti

Big Five Questionnaire (Caprara, Barbaranelli, Borgogni, 1993): costituito da 132 item con formato di risposta a 5 posizioni (da 1= assolutamente falso per me a 5= assolutamente vero per me), con lo scopo di misurare la personalità in relazione a cinque grandi fattori, ognuno dei quali composto da 2 sottodimensioni.

Il fattore Energia fa riferimento ai medesimi aspetti che in letteratura vengono ricondotti all’Estroversione, ed è definita dalle due sottodimensioni “Dinamismo” e “Dominanza” (la prima tende a misurare aspetti che riguardano comportamenti energici e dinamici, la facilità di parola e l’entusiasmo; la seconda tende a misurare aspetti connessi con la capacità di imporsi, di primeggiare, di far valere la propria influenza sugli altri). Il fattore Amicalità fa riferimento alle dimensioni comunemente indicati come Gradevolezza o Amicalità vs Ostilità. Tale dimensione è definita dalle due sottodimensioni di “Cooperatività/Empatia” e “Cordialità/Atteggiamento Amichevole” (la prima tende a misurare aspetti più legati al saper capire e venire incontro alle necessità e agli stati di bisogno degli altri, alla capacità di cooperare efficacemente con gli altri; la seconda misura aspetti più collegati con l’affidabilità e l’apertura verso gli altri). Il fattore Coscienziosità fa riferimento alla Capacità di autoregolazione/autocontrollo. Tale dimensione è definita dalle due sottodimensioni “Scrupolosità” e “Perseveranza” (la prima tende a misurare aspetti che riguardano l’affidabilità, la cura di ogni cosa nei minimi particolari, l’amore dell’ordine; la seconda misura aspetti che si riferiscono alla persistenza e alla tenacia nel portare a compimento i compiti e le attività intraprese, e nel non venire meno agli impegni presi).

Il fattore Stabilità Emotiva fa riferimento alle caratteristiche della gestione delle emozioni. Tale dimensione è definita dalle sottodimensioni  “Controllo dell’emozione” e “Controllo degli impulsi” (la prima tende a misurare soprattutto aspetti che riguardano il controllo degli stati di tensione connessi all’esperienza emotiva; la seconda misura gli aspetti che si riferiscono alla capacità di mantenere il controllo del proprio comportamento anche in situazioni di disagio, conflitto e pericolo). Il fattore Apertura mentale fa riferimento alla dimensione dell’apertura all’esperienza, della cultura e dell’intelletto. Tale dimensione è definita dalle due sottodimensioni “Apertura alla cultura” e “Apertura all’esperienza” (la prima tende a misurare gli aspetti che riguardano l’interesse e tenersi informati, l’interesse nei confronti della lettura, l’interesse ad acquisire conoscenze; la seconda misura aspetti dell’Apertura mentale che si riferiscono ad una disposizione favorevole nei confronti delle novità, alla capacità di considerare ogni cosa da più prospettive, ad una apertura favorevole nei confronti dei valori, stili, modi di vita e culture diverse. I coefficienti alpha di Cronbach, calcolati su tutto il campione, variano tra ,691 e ,815).

Io di fronte alle situazioni (Grimaldi, Ghislieri, 2004) costruito da 47 item, con formato di risposta a 4 posizioni (da 1= mai a 4= sempre), che mirano a valutare il grado di accordo con le modalità di risposta a 18 situazioni relative a 4 differenti ambiti: famiglia, scuola, tempo libero e amicizie. Lo strumento è suddiviso in 4 scale: Analisi e Valutazione della Situazione (AVS); Autocolpevolizzazione/Autocritica (AA); Ricerca Supporto Sociale (RSS); Evasione/Evitamento (EE). La prima scala (AVS) fa riferimento ad una strategia di coping centrata sul problema ed implica un’azione sistematica, impegno, ambizione ed industriosità. La seconda scala (AA) si riferisce alla tendenza a non affrontare la situazione, esprimendo sentimenti di inadeguatezza o incapacità. La terza scala (RSS) fa riferimento allo stile di coping caratteristico dei soggetti che tendono a condividere con gli altri (amici o persone qualificate) il proprio problema, al fine di trovare una soluzione. La quarta scala (EE) si riferisce alla tendenza a rifiutare il problema considerando la soluzione come impossibile oppure ad attivare dei comportamenti (fisici oppure mentali), sostitutivi o consolatori, di tipo piacevole per la persona stessa. I coefficienti alpha di Cronbach, calcolati su tutto il campione, variano tra ,521 e ,621).

Analisi dei dati

Sono state esplorate le relazioni tra le dimensioni di personalità e gli stili di coping tramite il calcolo dei coefficienti di correlazione r di Pearson, separatamente per il gruppo dei maschi e per quello delle femmine. L’analisi è stata replicata per le sottodimensioni di personalità. Successivamente è stata eseguita una regressione multipla, effettuata con il metodo standard, nella quale le sottodimensioni di personalità sono stati considerati predittori e i vari stili di coping come variabili criterio; questa analisi è stata realizzata esclusivamente suddividendo il campione tra maschi e femmine.

Risultati

Nella tabella 1 e 2 sono presentate le correlazioni tra le dimensioni di personalità rilevato dal Big Five Questionnaire e gli stili di coping.

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Tabella 1 – Personalità e coping. Correlazioni totali

 AVSAARSSEE
Energia0,11*-0,21**0,22**0,10*
Amicalità0,44**-0,100,24**-0,22**
Coscienziosità0,30**-0,19**0,17**-0,45**
Stabilità emotiva-0,18**-0,50**-0,06-0,24**
Apertura mentale0,22**-0,070,28**-0,17**

Correlazioni significative con * p<0.05, ** p<0.01 (2 code)

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La scala di Analisi e Valutazione della Situazione correla in modo significativo soprattutto con l’Amicalità (.44; p<0,01) e la Coscienziosità (.30; p<0,01); correla debolmente anche con l’Apertura Mentale (.22; p<0,01) e l’Energia (.11; p<0,05). Presenta inoltre una debole, ma significativa, correlazione inversa con la Stabilità Emotiva (-.18; p<0,01).

La scala di Autocolpevolizzazione/Autocritica mostra una forte correlazione inversa con la Stabilità Emotiva (-.50; p<0,01) ed una più debole anche con l’Energia (-.21; p<0,01) e la Coscienziosità (-.19; p<0,01).

La scala di Ricerca di Supporto Sociale correla significativamente con l’Apertura Mentale (.28; p<0,01), l’Amicalità (.24; p<0,01), l’Energia (.22; p<0,01) e la Coscienziosità (.17; p<0,01).

Infine, la scala di Evasione/Evitamento è inversamente correlata con la Coscienziosità (-.45; p<0,01), la Stabilità Emotiva (-.24; p<0,01), l’Amicalità (-.22; p<0,01) e l’Apertura Mentale (-.17; p<0,01); inoltre c’è una debole correlazione positiva con l’Energia (.10; p<0,05).

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Tabella 2 – Personalità e coping.  Differenze di genere

 MaschiFemmine
 AVSAARSSEEAVSAARSSEE
Energia0,23**-0,22**0,33**0,24**-0,02-0,22**0,14*-0,05
Amicalità0,61**-0,24**0,37**-0,20**0,25**0,090,16*-0,25**
Coscienziosità0,24**-0,25**0,31**-0,45**0,33**-0,22**0,02-0,48**
Stabilità emotiva-0,03-0,57**0,24**-0,35**-0,17*-0,32**-0,09-0,13
Apertura mentale0,34**-0,26**0,42**-0,31**0,040,060,15*-0,01

Correlazioni significative con * p<0.05, ** p<0.01 (2 code)

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Considerando le differenze di genere, i maschi presentano le correlazioni positive più evidenti tra Amicalità e Analisi e Valutazione della Situazione (.61; p<0,01) e tra Apertura mentale e Ricerca di Supporto Sociale (.42; p<0,01); di segno inverso sono invece le correlazioni significative tra Stabilità emotiva e Autocolpevolizzazione/Autocritica (-.57; p<0,01) e tra Coscienziosità e Evasione/Evitamento  (-.45; p<0,01).

Le femmine mostrano le correlazioni più robuste tra Coscienziosità e Analisi e Valutazione della Situazione(.33; p<0,01) e, in maniera inversa, tra la Stabilità emotiva e l’ Autocolpevolizzazione/Autocritica(-.32; p<0,01) e tra la coscienziosità e la strategia di Evasione/Evitamento.

Nelle tabelle seguenti sono presentate le correlazioni tra le sottodimensioni di personalità rilevato dal Big Five Questionnaire e gli stili di coping.

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Tabella 3 – Personalità e coping. Correlazioni totali con le sottodimensioni

 AVSAARSSEE
Dinamismo0,09-0,20**0,27**0,01
Dominanza0,10*-0,16**0,12*0,16**
Cooperatività0,40**-0,13**0,22**-0,08
Cordialità0,32**-0,030,17**-0,27**
Scrupolosità0,25**-0,080,14**-0,47**
Perseveranza0,25**-0,25**0,15**-0,29**
Controllo emozioni-0,21**-0,50**-0,05-0,16**
Controllo impulsi-0,11*-0,39**-0,06-0,27**
Apertura culturale0,22**-0,080,28**-0,16**
Apertura esperienza0,14**-0,040,19**-0,12*

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Rispetto alle sottodimensioni la scala di Analisi e Valutazione della Situazione correla significativamente soprattutto con la Cooperatività (.40; p<0,01) e la Cordialità (.32; p<0,01); inoltre correla con la Scrupolosità (.25; p<0,01), e la Perseveranza (.25; p<0,01).

La scala di Autocolpevolizzazione/Autocritica sembra inversamente e fortemente correlata con il Controllo delle Emozioni (-.50; p<0,01) e con il Controllo degli Impulsi (-.39; p<0,01).

Per quanto invece riguarda la scala di Ricerca di Supporto Sociale, questa mostra correlazioni positive con le sottodimensioni della Apertura Culturale (.28; p<0,01) e del Dinamismo (.27; p<0,01).

La scala di Evasione/Evitamento evidenzia un forte correlazione inversa soprattutto con la Scrupolosità  (-.47; p<0,01); presenta inoltre correlazioni, sempre di segno negativo, con le sottodimensioni della Perseveranza (-.29; p<0,01), della Cordialità (-.27; p<0,01), del Controllo degli Impulsi (-.27; p<0,01).

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Tabella 4 – Personalità e coping.  Differenze di genere

 MaschiFemmine
 AVSAARSSEEAVSAARSSEE
Dinamismo0,17*-0,28**0,46**0,130,00-0,17*0,13-0,11
Dominanza0,22**-0,120,120,29**-0,03-0,22**0,120,01
Cooperatività0,62**-0,26**0,36**-0,030,18*0,020,13-0,14*
Cordialità0,43**-0,14*0,28**-0,30**0,19**0,110,10-0,22**
Scrupolosità0,13-0,130,22**-0,47**0,37**-0,070,04-0,48**
Perseveranza0,30**-0,31**0,31**-0,29**0,17*-0,28**-0,02-0,31**
Controllo emozioni-0,08-0,58**0,25**-0,22**-0,19**-0,31**-0,07-0,07
Controllo impulsi0,04-0,40**0,17*-0,39**-0,11-0,27**-0,09-0,15*
Apertura culturale0,36**-0,25**0,39**-0,25**0,080,080,20**-0,06
Apertura esperienza0,23**-0,20**0,35**-0,30**-0,020,010,020,05

Correlazioni significative con * p<0.05, ** p<0.01 (2 code)

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La scomposizione per genere evidenzia come la correlazione tra Cooperatività/Cordialità e le dimensioni di coping siano principalmente dovute al sottocampione maschile.

Essendo sia le dimensioni di personalità che le quattro scale di coping correlate tra loro, l’analisi delle correlazioni può nascondere il contributo di ciascuna dimensione nello spiegare la variabilità dei punteggi nelle differenti strategie di coping.

Per poter spiegare il contributo di ciascuna strategia, è stata realizzata una regressione multipla, effettuata con il metodo standard, utilizzando come predittori le sottodimensioni di personalità e come variabile criterio – di volta in volta – una strategia di coping.

In relazione all’analisi e valutazione della situazione, per quanto riguarda i maschi, il coefficiente di correlazione multipla risulta significativo [F(10,188)= 19,96, p<0,001]; Contribuiscono alla spiegazione le dimensioni di Cooperatività, Dominanza, Cordialità e Apertura culturale.

Anche per le femmine il coefficiente di correlazione multipla risulta significativo [F(10,191)= 5,91, p<0,001]; Contribuiscono alla spiegazione le dimensioni di Scrupolosità, Cordialità e (inversa) il Controllo degli impulsi.

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Tabella 5 – Regressioni multiple  delle dimensioni di personalità sullo stile di coping Analisi e valutazione della situazione

 MaschiFemmine
 BetaBStd.Err.BetaBStd.Err.
Dinamismo-0,12-0,120,07-0,02-0,010,08
Dominanza0,310,28*0,06-0,13-0,110,08
Cooperatività0,510,54*0,070,040,040,09
Cordialità0,270,27*0,070,150,17*0,08
Scrupolosità0,030,020,050,420,31*0,06
Perseveranza-0,08-0,060,060,020,010,06
Controllo emozioni-0,06-0,050,07-0,07-0,050,07
Controllo impulsi0,020,020,07-0,22-0,15*0,07
Apertura culturale0,210,19*0,060,000,000,06
Apertura esperienza-0,13-0,140,070,060,060,08
 multiple R = ,717multiple R = ,486
 R²=  , 515R²=  , 236
 adjusted R²=  ,489adjusted R²=  ,196
*p<0,05

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In relazione all’Autocolpevolizzazione/Autocritica, per quanto riguarda i maschi, il coefficiente di correlazione multipla risulta significativo [F(10,188)= 15,16, p<0,001]; Contribuiscono alla spiegazione (inversamente) le dimensioni di Controllo delle emozioni, Cooperatività, Controllo degli impulsi e Dominanza.

Anche per le femmine il coefficiente di correlazione multipla risulta significativo [F(10,191)= 11,83, p<0,001]; Contribuiscono alla spiegazione  tutte le dimensioni ad eccezione della scrupolosità e del controllo delle emozioni.

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Tabella 6 – Regressioni multiple  delle dimensioni di personalità sullo stile di coping Analisi e Autocolpevolizzazione/Autocritica

 MaschiFemmine
 BetaBStd.Err.BetaBStd.Err.
Dinamismo0,080,070,07-0,21-0,21*0,08
Dominanza-0,16-0,12*0,06-0,20-0,19*0,08
Cooperatività-0,14-0,13*0,06-0,19-0,24*0,09
Cordialità-0,08-0,070,060,270,34*0,08
Scrupolosità0,050,030,040,070,060,06
Perseveranza-0,06-0,040,06-0,30-0,24*0,06
Controllo emozioni-0,51-0,39*0,06-0,11-0,090,07
Controllo impulsi-0,17-0,13*0,07-0,54-0,42*0,07
Apertura culturale-0,14-0,100,060,210,21*0,06
Apertura esperienza0,050,040,070,030,03*0,08
 multiple R = ,668multiple R = ,618
 R²=  , 446R²=  , 382
 adjusted R²=  ,416adjusted R²=  ,350
*p<0,05

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In relazione alla ricerca si supporto sociale, per quanto riguarda i maschi, il coefficiente di correlazione multipla risulta significativo [F(10,188)= 11,25, p<0,001]; Contribuiscono alla spiegazione le dimensioni di Dinamismo, Scrupolosità e Apertura culturale.

Anche per le femmine il coefficiente di correlazione multipla risulta significativo [F(10,191)= 3,02, p<0,001]; Contribuiscono alla spiegazione le dimensioni di Cooperatività, Apertura culturale, (inversa) Apertura all’esperienza e (inversa) Perseveranza.

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Tabella 7 – Regressioni multiple  delle dimensioni di personalità sullo stile di coping Ricerca di supporto sociale

 MaschiFemmine
 BetaBStd.Err.BetaBStd.Err.
Dinamismo0,410,25*0,050,120,090,07
Dominanza0,010,010,040,190,140,07
Cooperatività0,120,080,050,200,19*0,08
Cordialità0,130,080,050,160,16*0,08
Scrupolosità0,170,07*0,030,050,030,05
Perseveranza-0,18-0,090,04-0,30-0,19*0,06
Controllo emozioni0,050,030,050,080,050,06
Controllo impulsi0,080,040,05-0,09-0,050,06
Apertura culturale0,170,09*0,040,240,18*0,06
Apertura esperienza0,100,070,05-0,18-0,16*0,07
 multiple R = ,611multiple R = ,369
 R²=  ,374R²=  ,136
 adjusted R²=  ,341adjusted R²=  ,091
*p<0,05

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In relazione alla strategia di evasione/evitamento, per quanto riguarda i maschi, il coefficiente di correlazione multipla risulta significativo [F(10,188)= 17,01, p<0,001]; Contribuiscono alla spiegazione tutte le dimensioni tranne il controllo degli impulsi e l’apertura culturale.

Anche per le femmine il coefficiente di correlazione multipla risulta significativo [F(10,191)= 10,05, p<0,001]; Contribuiscono alla spiegazione le dimensioni della Dominanza, (inverso) Scrupolosità, (inverso) Dinamismo e (inverso) Cooperatività.

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Tabella 8 – Regressioni multiple  delle dimensioni di personalità sullo stile di coping Evasione/Evitamento

 MaschiFemmine
 BetaBStd.Err.BetaBStd.Err.
Dinamismo0,260,23*0,07-0,24-0,19*0,07
Dominanza0,240,19*0,060,190,14*0,07
Cooperatività0,230,21*0,06-0,16-0,16*0,07
Cordialità-0,21-0,18*0,06-0,03-0,030,07
Scrupolosità-0,22-0,14*0,04-0,48-0,31*0,05
Perseveranza-0,29-0,20*0,06-0,13-0,080,05
Controllo emozioni-0,24-0,19*0,06-0,10-0,070,06
Controllo impulsi0,010,010,07-0,11-0,060,06
Apertura culturale-0,07-0,060,060,070,050,05
Apertura esperienza-0,20-0,20*0,07-0,07-0,060,07
 multiple R = ,689multiple R = ,587
 R²=  ,475R²=  ,344
 adjusted R²=  ,447adjusted R²=  ,310
*p<0,05

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Discussione

Sia per i maschi che per le femmine sembra esistere una relazione tra l’amicalità e l’analisi e valutazione della situazione. Questa relazione è però molto più forte per i maschi, mentre per le femmine e solo la sottodimensione della cordialità ad entrare in relazione con l’analisi e valutazione della situazione, mentre il miglior predittore rimane la scrupolosità. Anche in relazione all’autocolpevolizzazione/autocritica è possibile fare un ragionamento simile. Sembrerebbe infatti che la stabilità emotiva sia fortemente legata a questa strategia, ma con ampie differenze di genere. Se è il controllo delle emozioni il miglior predittore per i maschi per le femmine lo è invece il controllo degli impulsi. Inoltre, per le femmine è consistente la relazione tra la dimensione della Cordialità e l’Autolpevolizzazione/Autocritica.

In relazione all’evitamento – sempre in un’ottica di genere – è interessante vedere cosa succede per le dimensioni del Dinamismo e della Cooperatività. Mentre per i maschi sono positivamente legati all’evitamento per le femmine lo sono ma in modo inverso.

Inoltre, mentre per le femmine la dimensione di coping maggiormente relata con la personalità sembrerebbe essere l’autocritica per i maschi questa relazione è con l’evitamento.

Conclusioni

Analogamente alle conclusioni cui perviene Vollrath (2001) circa lo stretto legame tra le due dimensioni, nonché la possibilità di spiegare l’una (il coping) in funzione dell’altra (la personalità), l’analisi dei dati condotta in questo studio sembra evidenziare una relazione consistente tra le strategie di coping e le dimensioni di personalità. Inoltre, come già accaduto anche in altri studi (Laudadio et al, in corso di stampa), rispetto a questa relazione tra i costrutti emergerebbero importanti e consistenti differenze in termini di genere. Rispetto agli studi precedenti (Amirkhan, Risinger e Swicker, 1995; McCrae e Costa, 1986; Rim, 1987) la relazione con l’estroversione e l’analisi e valutazione della situazione viene confermata esclusivamente per i maschi.

Facendo riferimento alla prospettiva lewiniana – in cui il comportamento emerge come funzione dell’interazione tra persona e ambiente C= f(P, A) – questi risultati sembrerebbero confermare la veridicità di tale funzione/relazione. Infatti la dimensione di genere – che influisce sia sulla persona che sull’ambiente – determinerebbe profonde differenze nell’utilizzo di una strategia di coping piuttosto che di un’altra.

A nostro avviso sarebbe utile, facendo attenzione a non cadere nella “trappola” neo-comportamentista, di utilizzare il coping come sintesi del “comportamento”, individuando nuove piste di ricerca per esplorare con maggior dettaglio la relazione (o le relazioni) tra le risorse individuali e ambientali predittive di un comportamento funzionale – soprattutto in relazione allo sviluppo e mantenimento del benessere individuale – così come emerge da un recente studio (Laudadio et al., in corso di stampa) in cui l’autocolpevolizzazione/autocritica viene individuata come predittore inverso del benessere per entrambi i generi. Chi fa ricorso a questa strategia sembrerebbe essere meno energico (ed in particolare meno interessato ad imporsi sugli altri) e con basso controllo emozionale.

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[1] Questa forma di coping includerebbe anche la definizione del problema, la creazione di soluzioni alternative, il soppesare i costi ed i benefici delle alternative, lo scegliere un’alternativa ed il compiere una scelta.