Il contributo del tutor alla socializzazione della conoscenza

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Dettagli:

di Andrea Laudadio, Paolo Renzi e Fabio Ferlazzo
 andrea.laudadio@uniroma1.it

Sommario ridotto

Da alcuni esperimenti precedenti è stata ipotizzata l’esistenza di una funzione del tutor definita: “socializzazione degli errori altrui”. L’esperimento si propone di verificare questa ipotesi attraverso la valutazione dei diversi livelli di apprendimento in gruppi che differivano esclusivamente per le modalità di tutoraggio. I risultati sembrano confermare l’ipotesi.

Sommario esteso

Conole (2004) nel definire –  e suggerire –  quali dovrebbero essere gli spazi di ricerca all’interno dell’ambito dell’e-learning più volte individua la figura del tutor: in rapporto alle competenze, nella relazione con gli studenti e rispetto alla conoscenza della piattaforma.  Una serie di studi pilota precedenti (Laudadio, Renzi, Ferlazzo, in corso di stampa) hanno evidenziato delle indicazioni interessanti: In primo luogo è chiaramente emerso il contributo che il tutor offre al processo di apprendimento, ma con alcune – importanti – precisazioni. Sembra infatti che la presenza / assenza del tutor determini significative differenze nel livello di apprendimento, ma che il tutoraggio esercitato a distanza (nel nostro esperimento solo tramite chat) non consentisse di equiparare i livelli di apprendimento a quelli di un tutoraggio in presenza. L’ipotesi formulata al termine degli esperimenti precedenti suggeriva che il tutor in presenza – a differenza del tutor a distanza – fosse in grado di costruire una maggiore socializzazione della conoscenza, ed in particolare degli errori di apprendimento dei discenti. Infatti, nel caso di tutoraggio in presenza si stabilisce una comunicazione del tipo tutti-a-tutti mentre nella comunicazione tramite chat esclusivamente uno-a-uno. Infatti, chi ha esperienza di tutoring sa quanto di freqnente il tutor diffonda all’interno del gruppo errori commessi da altri soggetti che potrebbero essere di aiuto per gli altri membri.

L’ipotesi è quindi che la “socializzazione degli errori altrui” sia avvenuta più frequentemente nel gruppo in presenza rispetto al secondo gruppo, soprattutto perché il sostegno agli studenti è avvenuto attraverso una chat e non attraverso un forum, molto più prossimo, per struttura, a supplire all’importante funzione di “socializzazione degli errori altrui”.

L’obiettivo di questo esperimento è quello di confrontare i livelli di apprendimento tra gruppi con diversi tipi e modalità di tutoring; nello specifico sono stati costruiti cinque gruppi sperimentali: (1) senza nessun supporto di tutor, (2) con un tutor in presenza, (3) con un tutoraggio eseguito esclusivamente tramite chat, (4) con un tutotaggio eseguito esclusivamente tramite un FAQ, (5) con un tutoraggio con l’uso contemporaneo di chat e FAQ. I soggetti sono stati invitati a partecipare ad un percorso di formazione a distanza la cui partecipazione era propedeutica per un successivo lavoro della società di cui i soggetti fanno parte. Come obiettivo generale il percorso si proponeva di fornire ai soggetti alcuni contenuti fondamentali per poter utilizzare correttamente un nuovo software per realizzare interviste in modalità CATI. Prima della loro partecipazione al percorso formativo sono stati somministrati ai soggetti quattro questionari: (1) dati anagrafici, (2) misurare il livello di conoscenza generale rispetto all’utilizzo di un software CATI; (3) misurare il livello di conoscenza specifica rispetto i contenuti del corso; (4) misurare il livello di conoscenze informatiche. E’ stata chiesta la partecipazione alla ricerca di un tutor che aveva già esperienza di tutoraggio sia in presenza che a distanza. Il tutor era un soggetto esperto in contenuti che aveva principalmente la funzione di rispondere a domande del gruppo di apprendimento. Successivamente i soggetti sono stati divisi nei cinque gruppi precedentemente descritti bilanciando (per quanto possibile) età, conoscenze informatiche,  e livello di conoscenza precedentemente misurato.

Sia per quanto concerne la misura di apprendimento di conoscenze generiche rispetto al software CATI che rispetto al nuovo software CATI  (oggetto del corso di formazione) è stata condotta un’analisi della varianza a disegno misto con un fattore indipendente: gruppo di appartenenza e un fattore a misure ripetute (pre-post). Dall’analisi emerge la non significativa differenza tra pre-test e post-test per quanto riguarda le conoscenze generali su un software CATI (F(1,60) =0,20, n.s.) mentre risulta chiaramente significativa la differenza rispetto al questionario che esplorava le conoscenze CATI specifiche (F(1,60)= 726,64, p<.01).

Rispetto alla differenza tra i cinque gruppi, per quello che riguarda le competenze specifiche sull’oggetto del corso, l’ANOVA per misure ripetute evidenzia una differenza significativa tra i cinque gruppi (F(4,60) = 7,74, p<.05).

L’analisi del test post-hoc (metodo di Tukey HSD) evidenzia quali siano le differenze significative. In relazione alle ipotesi della presente ricerca: il gruppo senza tutor riporta media simile esclusivamente rispetto al gruppo con FAQ, mentre il gruppo con tutor in presenza riporta medie simili solo con il gruppo con tutoraggio congiunto tramite forum e chat.

Quanto emerso ha confermato alcuni risultati già registrati negli esperimenti precedenti. In primo luogo emerge che la presenza del tutor produce livelli di apprendimento significativamente superiori rispetto a gruppi in assenza di tutor (eccezion fatta per il “tutoraggio” effettuato tramite la sezione FAQ). E’ sostenibile quindi che la presenza di un tutor migliora i livelli di apprendimento.

Rispetto alla comparazione tra le diverse modalità di tutoring emerge che il tutoraggio in presenza è equiparabile a quello di un tutoraggio congiunto tramite FAQ e chat. Nessuna di queste due modalità però, riesce da sola a garantire livelli di apprendimento equivalenti a quelli di un tutoraggio in presenza. I risultati sembrerebbero suggerire quindi un doppio ruolo del tutor: da una parte quello del sostegno individuale e di facilitazione dell’apprendimento e dall’altra quella di un sostegno grippale e di diffusione – nel gruppo – della conoscenza, ma soprattutto di “socializzazione degli errori”.

Bibliografia

Conole, G. (2004). E-Learning: The Hype and the Reality. Journal of Interactive Media in Education (Designing and Developing for the Disciplines Special Issue), (12).

Laudadio, A., Renzi, P., Ferlazzo, F. 0, 1 o 2. Quanti tutor per apprendere meglio nell’e-learning? (in corso di stampa)

Preferenze di collocazione del contributo:

1° preferenza: ruoli e profili professionali

2° preferenza: contesti: impresa

3° preferenza: Networket learning

Parole chiave:

1° key word: tutor

2° key word: e-learning

3° key word: learning

4° key word:

5° key word: