di ANDREA LAUDADIO*, ANGELA BARRUFFI*, STEFANIA FERRARI*, ANTONIETTA MAIORANO*, SABRINA MARCIANO*
*ISFOL, Istituto per lo sviluppo della formazione dei lavoratori
Introduzione
Il costrutto del coping si presenta come un fenomeno complesso (Asprea & Villone Betocchi, 1998; Vollrath, 2001) e multidimensionale (Chan, 1994; Endler & Parker, 1990, 1994; Zani & Cicognani, 2002), del quale la letteratura ha fornito diverse definizioni.
Trasversalmente alle definizioni presenti in letteratura è possibile rintracciare un accordo condiviso circa il concetto di coping. Il coping è un fenomeno complesso (Asprea & Villone Betocchi, 1998; Vollrath, 2001) cognitivo, comportamentale (Lazarus & Folkman, 1984; Lazarus, 1996, 1991) e affettivo (Frydenberg, Rouley, 1998) influenzato dalle caratteristiche di personalità individuali (Folkman & Moskowitz, 2000; Asprea & Villone Betocchi, 1998) in risposta ad un evento stressante o ad una situazione problematica (Lazarus & Folkman, 1984; Lazarus, 1996, 1991; Frydenberg, 1997; Frydenberg & Rouley, 1998; Compass, 1998) avente come obiettivo la gestione dello stato di difficoltà (Weisz, 1982, 1995; Skinner & Wellborne, 1994; Eisenberg, Fabes, & Guthrie, 1997) tramite la messa in atto di diverse strategie (Asprea & Villone Betocchi, 1998) specifiche per il contesto (Asprea & Villone Betocchi, 1998) e costruito socialmente (Zani & Cicognani, 2002)
Compas (1987) distingue nel coping tre diversi aspetti: risorse, strategie e stili. Per la Frydenberg (2004) gli stili di coping rappresentano le dimensioni in cui è possibile raggruppare le strategie di coping: “rappresentano le modalità di fronteggiamento più spesso utilizzate dalle persone coerenti con le credenze, i valori e gli obiettivi personali”.
Non sono presenti in letteratura studi circa l’eterovalutazione degli stili di coping, ovvero studi in grado di fornire una comparazione tra il comportamento dichiarato da un soggetto (autovalutazione) e quello dichiarato da altri soggetti (eterovalutazione) pensando a come si comporterebbe il primo. In particolare non sono presenti studi circa l’eterovalutazione degli stili di coping tra figli e genitori.
Metodo
A ciascun soggetto del campione è stato somministrato un questionario di coping. Inoltre, successivamente alla somministrazione del primo sono stati consegnati altri tre questionari destinati al padre, alla madre e ad un amico. Questi ultimi venivano invitati a rispondere pensando a cosa avrebbe risposto il proprio figlio o amico.
Lo strumento base della ricerca è stato il questionario di coping “Io di fronte alle situazioni” (Grimaldi, Ghislieri, 2004). Lo strumento (47 item) è stato validato su di un campione nazionale rappresentativo di circa tremila soggetti e fornisce indicazioni circa 4 stili di coping: “Analisi e Valutazione della Situazione”; “Autocolpevolizzazione / Autocritica”; “Ricerca Supporto Sociale”; “Evasione / Evitamento”. Lo strumento è stato adattato per costruirne una versione per genitori e per amici.
Hanno partecipato alla ricerca 297 soggetti frequentanti il 4° anno di diverse scuole superiori. 135 soggetti hanno riconsegnato almeno un questionario compilato tra quello della madre, del padre o di un amico. Il 54,81% maschi e il 45,18% femmine. L’età media dei soggetti è di 18 anni e 8 mesi (d.s. 7 mesi).
Per l’eterovalutazione hanno partecipato alla ricerca 119 madri con una età media di 46 anni e 9 mesi (d.s. 5 anni e 7 mesi); 113 padri con una età media di 50 anni e 8 mesi (d.s. 5 anni e 3 mesi); 135 amici con una età media di 18 anni e 11 mesi (d.s. 1 anno e 10 mesi). La tabella seguente riepiloga la numerosità campionaria per le varie possibilità di incrocio prese in considerazione:
Soggetto | Madre | Padre | Amico |
Maschio | 64 | 60 | 74 |
Femmina | 55 | 53 | 61 |
Totale | 119 | 113 | 135 |
Risultati
Preliminarmente è stato verificato che rispetto alle scale utilizzate non esistessero differenze significative tra le medie dei soggetti che hanno consegnato solo il proprio questionario e quello dei soggetti che hanno invece consegnato anche il questionario di almeno un altro soggetto. L’ANOVA ha evidenziato differenze significative tra le medie rispetto alle scale di Evasione/Evitamento (F di Fisher (gdl=1) = 18,48, p<0.01) e Autocolpevolizzazione/Autocritica (F di Fisher (gdl=1) = 6,77, p<0,01). I soggetti che non hanno consegnato altri questionari (oltre al proprio) sono risultati significativamente più evitanti e significativamente meno autocritici. Sono state per questo analizzate principalmente le correlazioni rispetto alle scale di Analisi e Valutazione della Situazione e Ricerca di Supporto Sociale.
Analisi e Valutazione della situazione | Ricerca Supporto Sociale | |||||
Totale | Maschio | Femmina | Totale | Maschio | Femmina | |
Amico | ,520** | ,402** | ,642** | ,057 | -,021 | ,150 |
Madre | ,380** | ,342** | ,398** | ,186* | ,297** | ,076 |
Padre | ,495** | ,492** | ,485** | ,208* | ,247* | ,225* |
*Correlazione significativa al livello 0,05
**Correlazione significativa al livello 0,01
Rispetto alla scala di Analisi e Valutazione della Situazione sono gli amici ad avere la correlazione più alta con i soggetti (0,520) seguiti dai padri (0,495) e dalle madri (0,380). Molto alta la correlazione tra le femmine e una loro amica. Invece, le correlazioni rispetto alla scala di Ricerca di supporto Sociale sono molto più basse, alcune addirittura non significative (rispetto agli amici e, per le femmine, rispetto alla madre). Comprese sempre tra 0,45 e 0,6 le correlazioni tra i due genitori.
Nel corso dell’intervento verranno presentati i risultati completi in riferimento alle differenze di genere ed in relazione ai diversi contesti di vita (famiglia, scuola, tempo libero).