Quali sono le differenze di personalità tra credenti e non credenti?

Condividi:

Dettagli:

What are the Personality Differences between Believers and Non-Believers?

di Andrea Laudadio
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Facoltà di Psicologia 1 

Per contatti:
Andrea Laudadio
Via Reno, 30
00198 – Roma
andrea.laudadio@uniroma1.it
Tel. 06.854.9.854
Cell. 338.22.42.092 

Sintesi

Numerosi sono i contributi internazionali che hanno affrontato il tema delle differenze di personalità tra soggetti spirituali e religiosi, ma nessuno di questi studi è stato mai realizzato in Italia. A questo fine sono stati utilizzati due strumenti: il Big Five Questionnaire (Caprara, Barbaranelli, Borgogni, 1993) e la RAS – Scala di Atteggiamento Religioso (Laudadio, Baumgartner, D’Alessio, in press) somministrati ad un campione di 3019 soggetti (52,26% femmine) con età media di 40 anni. Le analisi confermano una relazione tra le dimensioni di personalità, religiosità e spiritualità. L’analisi dei cluster evidenzia come i Religiosi siano più Coscienziosi e Amichevoli ma meno Energici e Stabili Emotivamente rispetto agli altri due gruppi; questo risultato è in linea con quanto evidenziato da Saroglou (2002) al termine della sua meta-analisi. Sembrerebbero esistere numerose differenze di genere all’interno della relazione tra questi costrutti nonché alcune specificità, forse imputabili alle caratteristiche proprie degli italiani relativamente alle dimensioni della spiritualità e della religiosità.

Abstract

Numerous international studies have been completed on the issue of personality differences between spiritual and religious people, although none of these studies have ever been conducted in Italy.  More specifically, two tools have been used to analyse these differences: the Big Five Questionnaire (Caprara, Barbaranelli, Borgogni, 1993) and the RAS – Scala di Atteggiamento Religioso (Religious Attitude Scale) (Laudadio, Baumgartner, D’Alessio, in press), which were administered to a sample of 3,019 people (52.26% females) with an average age of 40. The analyses confirm a relationship between the dimensions of “Personality”, “Religiosity” and “Spirituality”. The cluster analysis shows that “Religious Believers” are more ‘Conscientious’ and ‘Friendly’ but less ‘Energetic’ and ‘Emotionally Stable’ compared to the other two groups. This result is in line with what has been shown by Saroglou (2002) in the conclusion of his meta-analysis. Numerous gender differences have been observed regarding the relationship between these two constructs and certain features, which may be attributable to the specific characteristics of Italians in relation to the dimensions of “spirituality” and “religiosity”.

Parola chiave: Personalità, Modello dei Cinque Fattori, Religiosità, Spiritualità, Personalità.

Keywords: Personality, Model of the Five Factors, Religiosity, Spirituality

Premessa

Nell’ambito della Psicologia della Religione quando si parla di atteggiamento religioso è sempre necessario distinguere due costrutti  tra loro connessi ma, al tempo stesso, profondamente distinti: la religiosità e la spiritualità, che spesso erroneamente sono utilizzati in modo interscambiabile (Laudadio, Noia, Di Gianfrancesco, 2009).

Il comune denominatore tra religiosità e spiritualità è il riferimento al sacro, ossia il concetto di Dio, del divino e della trascendenza spirituale (Hill & Pargament, 2003). Se la spiritualità può essere definita come un fenomeno individuale, identificabile come una credenza in qualche forma della più alta forza “creazionale” o dell’essere supremo (Jagers & Smith, 1996), di contro la religiosità è frequentemente concettualizzata come la routine e le dimostrazioni pragmatiche della spiritualità (Constantine, Lewis, Conner & Sanchez, 2000). In altre parole, come suggerito da Miller e Thoresen (2003), la religiosità sarebbe un fenomeno primariamente sociale mentre la spiritualità è un fenomeno essenzialmente individuale.

Per questo motivo spesso la religiosità è vista come una sottoclassificazione della spiritualità e riflette le manifestazioni di credenze teoriche formali e attività degli individui (come, ad esempio, la frequentazione di cerimonie o altri rituali) che sottendono l’identità di gruppo. In linea con queste considerazioni, MacDonald (2000) considera la religiosità come uno degli aspetti della spiritualità, costituita da un orientamento cognitivo verso la spiritualità, una dimensione sperimentale/fenomenologica, il benessere esistenziale, le credenze paranormali e la religiosità. In questo modo, l’autore introduce altri tipi di religiosità: affiliazione religiosa, frequentazione dei luoghi religiosi e motivazione religiosa.

Woods e Ironson (1999) hanno esplorato le differenze tra soggetti che si definiscono religiosi e coloro che, invece, si definiscono spirituali; i risultati indicano che gli spirituali vedrebbero Dio come amore e perdono (e non come giudice) mentre i religiosi vedrebbero Dio come un giudice e ne hanno una visione più distaccata. Questi risultati non sono ampiamente condivisi, in quanto, come emerge dallo studio di Zinnbauer et.al.(1997), ben il 74% del loro campione si è identificato al contempo come spirituale e religioso, il 19% come spirituale ma non religioso e il 4% come religioso ma non spirituale.

Una possibile soluzione è offerta dal National Cancer Institute (2007) che ha rilevato – tramite analisi dei cluster – tre gruppi: a) individui religiosi che credono nella fede religiosa, nel benessere spirituale e nel significato della vita; b) individui esistenziali che credono nel benessere spirituale ma non nella fede religiosa; c) individui non-spirituali che danno poco valore alla religiosità, alla spiritualità e al significato della vita.

Relazioni tra Religiosità, Spiritualità e Personalità

Un tema molto importante della ricerca in ambito religioso è lo studio della relazione esistente tra la dimensione spirituale e religiosa con il quadro di personalità. Studi di questo tipo sono stati compiuti in quasi tutti i paesi occidentali ad eccezione dell’Italia.

Per studi di questo tipo, in letteratura, si è fatto ricorso principalmente a due modelli di personalità: il modello trifattoriale di Eysenck e il modello dei cinque fattori (o Big Five).

Relazioni con il modello di Eysenck

In relazione al modello di personalità di Eysenck, una meta lettura qualitativa di questi studi è stata realizzata da Francis (1992) che ha identificato una relazione negativa tra religiosità e Psicoticismo,  ma nessuna relazione con il Nevroticismo quando la dimensione di genere viene tenuta sotto controllo. Più recentemente, Eysenck (1998), al termine di una meta lettura quantitativa di questi studi, termina evidenziando esclusivamente una relazione tra Psicoticismo e religiosità, aggiungendo come molti studi non abbiano identificato alcuna relazione con il Nevroticismo o l’Estroversione.

La maggior parte delle ricerche evidenziano che un basso psicoticismo sarebbe correlato con varie misure dell’atteggiamento religioso, sia nella sua dimensione emotiva, sia cognitiva o conativa (Francis, 1991, 1992, 1993; Francis, Wilcox, 1994; Maltby, Talley, Cooper, Lesile, 1995; Lewis, Maltby, 1995; Maltby, 1997, 1999a, 1999b; Smith, 1996; Eysenck, 1998; Lewis, 2000). Inoltre, alcuni autori hanno esplorato la relazione tra spiritualità e personalità (Maltby, Day, 2001) registrando delle correlazioni tra alcune sottodimensioni della spiritualità e l’estroversione.

Relazioni con il modello dei cinque fattori

Saroglou (2002), al termine di una meta analisi quantitativa sulla relazione tra le cinque dimensioni di personalità e le dimensioni religiose, conclude evidenziando diverse e numerose relazioni. La religiosità sarebbe correlata con l’estroversione, l’accondiscendenza e la coscienziosità mentre la spiritualità è correlata con estroversione, accondiscendenza, coscienziosità, apertura mentale e basso nevroticismo.

L’autore rileva anche numerose carenze metodologiche negli studi sul rapporto tra personalità e dimensioni religiose che spesso non realizzano analisi distinte per i due generi. Nei numerosi studi realizzati utilizzando il modello dei cinque fattori (Costa, et al. 1986; Piedmont, 1996; Kosek, 1999; Leak, Fish, 1999; Mc Donald, 2000; Saroglou, 2001) si registra una profonda eterogeneità negli strumenti utilizzati per misurare le dimensioni religiose: dalla distinzione tra religiosità intrinseca ed estrinseca al fondamentalismo, dalla spiritualità alla frequenza di ricorso alla preghiera.

Particolarmente interessante risulta lo studio di Piedmont (1999) il quale arriva a sostenere che la spiritualità potrebbe rappresentare una sesta dimensione del modello di personalità a cinque fattori.

In ultimo, Jorm e Christensen (2004) hanno ipotizzato che la causa delle basse correlazioni registrate nei diversi studi con i diversi modelli, sia il fatto che la relazione tra religiosità, spiritualità e dimensioni di personalità non sia lineare.

Relazioni tra Religiosità, Spiritualità e Desiderabilità sociale

Un tema trasversale allo studio della relazione tra Religiosità, Spiritualità e Personalità è quello inerente alla desiderabilità sociale; a questo proposito Hoge (1972) sostiene che uno dei problemi principali nella misurazione dell’atteggiamento religioso è rappresentato proprio dalla desiderabilità sociale. La letteratura, a tale proposito, presenta risultati discordanti: mentre in alcuni è stata riscontrata una forte associazione tra alti punteggi nella scala Lie (Francis & Katz, 1992; Francis, Pearson & Kay, 1983, 1988; Pearson & Francis, 1989) rispetto alle dimensioni di spiritualità e religiosità, tale associazione non viene confermata da altri studi (Francis, 1993; Lewis & Joseph, 1994). Questaeterogeneità può essere spiegata prendendo in considerazione sia l’utilizzo di strumenti molto diversi per la misurazione delle dimensioni religiose sia una certa quota di complessità e ambiguità legata al significato della Scala Lie del questionario di personalità di Eysenck (Paulhus, 1991). L’associazione sovente più registrata è che i soggetti con elevata religiosità o spiritualità tendono a fornire una immagine di sé più positiva.

In uno degli studi più accurati riguardo questo argomento (Gillings, Joseph, 1996) oltre alla Scala Lie sono stati utilizzati anche altri strumenti specifici per la misurazione della desiderabilità sociale ma i risultati non hanno confermato l’esistenza di alcuna relazione. Alla base di questo studio c’è l’utilizzo della scala “Attitude Toward Christianity Scale” (Francis, 1978; Francis, Stubb, 1987), una scala monofattoriale un po’ datata che unisce dimensioni spirituali e religiose.

Nonostante alcuni autori invitino a risolvere il problema della desiderabilità sociale nelle misurazioni religiose (Paulhus, 1991), questo problema è in larga parte irrisolto.

Obiettivi e ipotesi

L’analisi della letteratura presentata suggerisce alcune considerazioni. In primo luogo, sembrerebbe che molti degli studi sulla relazione tra personalità e spiritualità e/o religiosità presentino dei risultati molto legati alla tipologia di strumento utilizzato. In secondo luogo, sembra mancare uno studio che abbia indagato – contestualmente – la dimensione della spiritualità e della religiosità. Inoltre, molti studi non presentano risultati a proposito delle differenze di genere. In ultimo, nessuno studio in letteratura ha evidenziato l’eventuale esistenza di relazioni tra la personalità e la laicità, ossia – in termini psicologici – l’atteggiamento degli individui circa il rapporto tra religione e stato.

L’obiettivo generale del presente studio consiste nel tentativo di colmare queste carenze realizzando, su un ampio campione, una verifica di natura correlazionale tra le dimensioni della spiritualità, religiosità, laicità e personalità.

L’ipotesi generale può essere declinata 4  ipotesi verificabili:

  1. Esistenza di una relazione tra la religiosità (intesa come atteggiamento religioso) e alcune dimensioni di personalità. Nello specifico,  positiva con l’amicalità e la coscienziosità,  inversa con l’energia.
  2. Esistenza di una relazione tra l’atteggiamento spirituale e alcune dimensioni di personalità. Nello specifico,  positiva con l’amicalità, la coscienziosità e l’apertura mentale, inversa con l’energia.
  3. Esistenza di differenze di personalità tra soggetti definibili come esistenziali (o spirituali), religiosi o non spirituali. Nello specifico, che questi tre gruppi siano in qualche modo distinguibili in relazione ad alcune specifiche dimensioni di personalità: Dinamismo, Dominananza, Apertura all’esperienza e Cooperatività. L’attesa è che i Religiosi consentano di registrare livelli più bassi nelle dimensioni del Dinamismo, della Dominanza e apertura all’esperienza e maggiori livelli di cooperatività.
  4. Esistenza di una correlazione positiva tra le dimensioni di religiosità, spiritualità e desiderabilità sociale.

Inoltre, esclusivamente a scopo esplorativo sarà indagata:

  1. eventuale esistenza di relazioni tra la dimensione della laicità e le dimensioni di personalità;
  2. eventuale esistenza di differenze di genere in relazione a tutte le ipotesi specifiche presentate.

Metodologia

Partecipanti

Essendo lo scopo della ricerca quello di effettuare una verifica su una ipotesi di natura correlazionale – e non di trarre inferenze dai soggetti partecipanti alla popolazione di riferimento – si è deciso di utilizzare un campione accidentale di convenienza. Riteniamo opportuno fornire – di seguito – un’ampia descrizione delle caratteristiche socio-anagrafiche dei soggetti partecipati alla ricerca.

Hanno partecipato alla ricerca 3019 soggetti, di cui 1578 femmine (52,26%) e 1441 maschi (47,73%); l’età media dei soggetti è di 40 anni e 0 mesi (d.s. 15 anni e 7 mesi), con un range di età che va da 18 a 91 anni.

In relazione allo stato civile, il 36,83% dei soggetti è celibe o nubile, il 53,86% è coniugato, il 3,94% è separato o divorziato e il 4,97% vedovo mentre 12 soggetti (pari allo 0,40% dei partecipanti alla ricerca) non hanno indicato un’alternativa di risposta. Rispetto al titolo di studio, il 7,22% dei soggetti possiede la licenza elementare, l’11,20% il diploma di scuola media inferiore, il 10,50% il diploma di un istituto professionale, il 43,95% il diploma superiore, il 24,61%% la laurea mentre 24 soggetti (pari allo 0,79% dei soggetti) hanno indicato l’alternativa di risposta “altro” e 52 soggetti (pari all’1,72%) non hanno indicato alcuna alternativa di risposta.

Il 58,23% dei soggetti è occupato, il 19,05% studente, il 10,33% pensionato, il 6,69% in cerca di occupazione, il 4,84% casalinga mentre 56 soggetti (pari all’1,85% dei partecipanti) non hanno indicato un’alternativa di risposta.

Tra chi ha indicato di essere occupato, il 31,00% ha specificato di essere un impiegato di concetto, il 17,06% operaio, il 10,98% libero professionista, il 9,39% impiegato direttivo, il 7,74% dirigente, il 5,35% insegnante, il 3,19% agricoltore o bracciante, il 2,90% artigiano e lo 0,46% manovale mentre 126 soggetti (pari al 7,17%) hanno indicato l’alternativa di risposta “altro” e 6 soggetti (0,34%) non hanno indicato una possibile alternativa.

Rispetto alla provenienza geografica, il 50,67% dei soggetti è residente in regioni del Sud Italia (nello specifico: l’11,83% in Calabria, il 10,77% in Campania, l’8,31% in Abruzzo, il 6,56% in Sicilia, il 5,56% in Puglia, il 4,54% in Basilicata, il 2,85% in Molise e lo 0,26% in Sardegna); il 31,16% nel Centro Italia (nello specifico: il 20,57% nel Lazio, il 6,39% in Umbria, il 3,01% in Toscana, l’1,19% nelle Marche); il restante 18,15% nel Nord Italia (nello specifico: il 5,53% in Veneto, il 5,10% in Lombardia, il 3,97% in Emilia-Romagna, l’1,82% in Piemonte, l’1,06% in Friuli-Venezia-Giulia, lo 0,60% in Liguria e lo 0,07% in Trentino-Alto-Adige).

Abbiamo chiesto ai soggetti di collocarsi rispetto a quattro possibili alternative in relazione al loro atteggiamento generale nei confronti della religione: Ateo, Agnostico, Credente non praticante e Credente praticante.

Rispetto a queste alternative l’insieme dei partecipanti è così suddiviso: l’8,74% si dichiara Ateo, il 14,18% Agnostico, il 54,49% Credente non praticante e il 22,13% Credente praticante; 14 soggetti (pari allo 0,46%) non ha indicato nessuna delle alternative.

Tra i credenti (praticanti e non) la quasi totalità dei soggetti si dichiara Cattolico: 3 soggetti sono di religione ebraica, altrettanti i Protestanti (di cui due Battisti) e gli Ortodossi mentre 2 soggetti hanno indicato di essere Testimoni di Geova e altrettanti di essere Buddisti.

Strumenti

Sono stati utilizzati due strumenti: il BFQ – Big Five Questionnaire (Caprara, Barbaranelli, Borgogni, 1993) e la RAS – Religious Attitude Scale (Laudadio, D’Alessio, in press). È stata inserita, inoltre,  una scheda introduttiva per la raccolta di informazioni socio-anagrafiche che permettessero di ottenere una puntuale descrizione dei partecipanti; le informazioni richieste riguardano il genere, l’età, lo stato civile, la provincia di residenza, il titolo di studio, la condizione occupazionale e l’atteggiamento generale verso la religione (Atei, Agnostici, Credenti praticanti o Credenti non praticanti).

BFQ – Big Five Questionnaire (Caprara, Barbaranelli, Borgogni, 1993): costituito da 132 item con formato di risposta a 5 posizioni (da 1= assolutamente falso per me a 5= assolutamente vero per me), con lo scopo di misurare la personalità in relazione a cinque grandi fattori, ognuno dei quali composto da 2 sottodimensioni.

Il fattore Energia fa riferimento ai medesimi aspetti che in letteratura vengono ricondotti all’Estroversione ed è definita dalle due sottodimensioni “Dinamismo” e “Dominanza” (la prima tende a misurare aspetti che riguardano comportamenti energici e dinamici, la facilità di parola e l’entusiasmo; la seconda tende a misurare aspetti connessi con la capacità di imporsi, di primeggiare, di far valere la propria influenza sugli altri). Un item esemplificativo di questa dimensione è: “Mi sembra di essere una persona attiva e vigorosa”. Il fattore Amicalità fa riferimento alle dimensioni comunemente indicati come Gradevolezza o Amicalità vs Ostilità; tale dimensione è definita dalle due sottodimensioni di “Cooperatività/Empatia” e “Cordialità/Atteggiamento Amichevole” (la prima tende a misurare aspetti più legati al saper capire e venire incontro alle necessità e agli stati di bisogno degli altri, alla capacità di cooperare efficacemente con gli altri; la seconda misura aspetti più collegati con l’affidabilità e l’apertura verso gli altri). A titolo di esempio, un item che caratterizza questa dimensione è: “Se necessario, non mi tiro indietro dal dare aiuto a sconosciuti”. Il fattore Coscienziosità fa riferimento alla Capacità di autoregolazione/autocontrollo; questa dimensione è definita dalle due sottodimensioni “Scrupolosità” e “Perseveranza” (la prima tende a misurare aspetti che riguardano l’affidabilità, la cura di ogni cosa nei minimi particolari, l’amore dell’ordine; la seconda misura aspetti che si riferiscono alla persistenza e alla tenacia nel portare a compimento i compiti e le attività intraprese, e nel non venire meno agli impegni presi). Uno degli item che compongono questa scala è: “Di solito curo ogni cosa nei minimi particolari”.

Il fattore Stabilità Emotiva fa riferimento alle caratteristiche della gestione delle emozioni ed è definita dalle sottodimensioni  “Controllo dell’emozione” e “Controllo degli impulsi” (la prima tende a misurare soprattutto aspetti che riguardano il controllo degli stati di tensione connessi all’esperienza emotiva; la seconda misura gli aspetti che si riferiscono alla capacità di mantenere il controllo del proprio comportamento anche in situazioni di disagio, conflitto e pericolo). Tale dimensione è definita dalle due sottodimensioni “Apertura alla cultura” e “Apertura all’esperienza” (la prima tende a misurare gli aspetti che riguardano l’interesse e tenersi informati, l’interesse nei confronti della lettura, l’interesse ad acquisire conoscenze; la seconda misura aspetti dell’Apertura mentale che si riferiscono ad una disposizione favorevole nei confronti delle novità, alla capacità di considerare ogni cosa da più prospettive, ad una apertura favorevole nei confronti dei valori, stili, modi di vita e culture diverse. Uno degli item che costituiscono questa dimensione è: “Di solito non mi capita di reagire in maniera esagerata anche a forti emozioni”. Il fattore Apertura mentale fa riferimento alla dimensione dell’apertura all’esperienza, della cultura e dell’intelletto; un item esemplificativo di questa dimensione è: “Ogni novità mi affascina”.

RAS – Religious Attitude Scale (Laudadio, D’Alessio, in press) è costituita da 15 item graduati su una scala di risposta Likert a 6 passi (da 1= Per niente simile a me a 6= Molto simile a me), nei quali si chiede ai soggetti di indicare quanto ritengono di assomigliare ad un soggetto sommariamente descritto. L’obiettivo dello strumento è di misurare tre dimensioni dell’atteggiamento religioso: Pratica religiosa (atteggiamento verso la religione), Tolleranza religiosa (atteggiamento verso la laicità) e Fede in Dio (atteggiamento verso la spiritualità).

  Il fattore Pratica religiosa fa riferimento all’atteggiamento nei confronti delle dimensioni sociali della religione (es. item: É importante per lui/lei frequentare regolarmente il luogo di culto della sua comunità religiosa. Oppure: É importante per lui/lei rispettare le feste e gli eventi della sua religione); il fattore Tolleranza religiosa fa riferimento all’atteggiamento nei confronti del rapporto tra stato e religione (es. item: É importante per lui che stato e religione siano due ambiti radicalmente distinti. Oppure: É molto importante per lui/lei che in televisione ci sia spazio per tutte le religioni). Il fattore Fede in Dio fa riferimento all’atteggiamento spirituale nei confronti di Dio (es. item: É importante per lui/lei trovare dei momenti per pregare Dio. Oppure: Ritiene che Dio non esista).

Procedura

La procedura utilizzata ha previsto la somministrazione dei due questionari, compilati in modo anonimo dai soggetti che hanno aderito alla ricerca; i soggetti sono stati preliminarmente informati circa gli scopi generali della ricerca e il trattamento dei dati. A ciascun soggetto è stata fornita indicazione telefonica ed e-mail del responsabile del trattamento dati della ricerca (come indicato dalla normativa sulla privacy in vigore in Italia).

La stabilità delle dimensioni oggetto della rilevazioni non ponevano la condizione di uno spazio temporale ristretto per la rilevazione: per questo motivo la rilevazione dei dati è stata svolta nei mesi da aprile a ottobre del 2007.

Analisi dei dati

Preliminarmente è stata sondata la coerenza interna di ciascuno dei due strumenti attraverso la rilevazione dell’α di Cronbach per l’attendibilità; sia per la RAS sia per il BFQ è stato calcolato l’indice di attendibilità per tutte le sottoscale.

Sul gruppo di riferimento sono state calcolate la media, la deviazione standard, l’indice di asimmetria e di curtosi per avere una panoramica quantitativa preliminare circa l’andamento delle diverse variabili, per verificarne la sovrapponibilità con una distribuzione normale.

Per osservare i legami tra la RAS e il BFQ è stata effettuata un’analisi correlazionale (coefficiente r di Pearson); per entrambi i questionari sono stati calcolati i punteggi totali ottenuti da ciascun soggetto in ciascuna sottoscala. Le misure ottenute sono state analizzate nelle loro rispettive correlazioni attraverso una matrice che correla le scale della RAS con il BFQ. L’analisi è stata replicata suddividendo i partecipanti sulla base del genere. Per valutare il grado d’influenza della dimensione di personalità sulla religiosità è stata eseguita un’analisi della regressione lineare; ciascuna delle tre dimensioni di religiosità sono state utilizzate come variabile indipendente e le sottoscale della BFQ come variabile dipendente.

Per esplorare con maggiore accuratezza la relazione tra personalità e religiosità si è fatto ricorso alla analisi dei gruppi per campioni indipendenti; per costruire i gruppi è stata utilizzata una tecnica di cluster analysis, una tecnica che vanta una lunga tradizione di utilizzo in diversi campi della ricerca e che tecnicamente consiste nella determinazione di gruppi naturali di oggetti sulla base di un set di dati di natura multidimensionale e che è in grado di ridurre un consistente numero di dati, osservati su soggetti, in un numero di gruppi di soggetti in cui i membri di ciascun gruppo mostrano caratteristiche simili (Kaufmann, Rousseeuw, 1990; Everitt, 1993).

In letteratura sono riportate diverse possibili procedure di analisi finalizzate all’estrazione di cluster di soggetti  riconducibili a due macro-categorie: le tecniche tradizionali e quelle basate sulla logica fuzzy (Bezdek, 1981; Höppner, et al. 1997). Rispetto alle prime – tecniche tradizionali – è possibile individuare due sottotipi: gerarchiche, che forniscono una classificazione ordinabile gerarchicamente delle unità di analisi (Hierarchical methods), e non gerarchiche, definibili anche come partitive (Partitioning methods), che assegnano ciascuna unità di analisi ad un numero prefissato di categorie (Barbaranelli, 2003),

Attualmente, oltre alle tecniche di clusterizzazione appena descritte, sono disponibili delle procedure di clustering su base neurale (Ripley 1993, 1994; Pessa, 2004).

Proprio su queste ultime è ricaduta la nostra scelta, nello specifico sulla rete di Kohonen (Kohonen, 1995, 1997), definita anche SON, ossia Self-Organizing Neural Network – metodo che ha trovato un larghissimo uso nei più disparati campi della ricerca (Kangas, Kaski, 1998; Kaski, Kangas, Kohonen 1998).

Negli ultimi anni, sono stati discussi i risultati della comparazione delle tecniche tradizionali di clustering con la tecnica basata sulla rete di Kohonen (Chen, Mangiameli, West, 1994); alcuni autori hanno osservato migliori prestazioni utilizzando la tecnica neurale rispetto a quelle tradizionali, smentendo così quanto rilevato da altri (Balakrishnan, et al., 1994).

Il processo di clustering offerto dalla rete di Kohonen (basato cioè sull’individuazione di prototipi e per similarità) è simile a quella che alcuni autori (Posner, Goldsmith, Welton, 1967; Solso e McCarthy, 1981) presuppongono alla base del funzionamento del sistema umano di classificazione, ad eccezione del fatto che nelle reti di Kohonen il numero di neuroni “vincitori” – prototipi – è prefissato.

Le differenze tra i gruppi emersi, in relazione alle dimensioni di personalità è stata esplorata ricorrendo prima al test MANCOVA e successivamente al test ANCOVA per scomporre gli effetti univariati. È stata utilizzata una procedura di analisi della covarianza, poiché è risultato significativo l’effetto del genere nella composizione dei gruppi.

Risultati

Statistiche descrittive

In primo luogo sono stati esplorati i prerequisiti necessari per poter realizzare le analisi successive: attendibilità e normalità distributiva.

————————–

Tabella 1 – Indici di attendibilità e distribuzione delle scale utilizzate

StrumentoScalaMediad.s.alphaSkewnessKurtosis
StatisticStd.
Error
StatisticStd.
Error
BFQEnergia72,1011,15.781-0,4080,0450,3830,089
Amicalità71,118,68.7010,1450,0450,2070,089
Coscienziosità79,289,37.7540,1050,0450,0470,089
Stabilità emotiva66,1412,65.861-0,6540,0450,2040,089
Apertura mentale75,549,62.712-0,2870,045-0,2400,089
Dinamismo37,787,13.721-0,3450,045-0,0630,089
Dominanza34,325,60.7610,2130,0450,3980,089
Cooperatività34,305,09.6410,1600,045-0,2300,089
Cordialità36,825,31.6230,2850,0450,5350,089
Scrupolosità38,675,87.711-0,3220,045-0,0890,089
Perseveranza40,615,61.7210,1440,0450,3340,089
Controllo emozioni33,306,75.831-0,5730,0450,0010,089
Controllo impulsi32,847,20.843-0,3070,0450,3340,089
Apertura cultura37,975,25.6810,2050,045-0,4120,089
Apertura esperienza37,576,61.667-0,6630,0450,8810,089
Scala Lie32,078,10.701-0,2440,0450,9600,089
RASPratica religiosa16,346,50.841-0,0530,110-0,5360,219
Tolleranza religiosa20,565,12.725-0,0350,110-0,1680,220
Fede in Dio19,526,14.761-0,4160,045-0,772-0,090

————————–

Per quanto riguarda le 5 dimensioni del BFQ gli indici di attendibilità risultano buoni e compresi tra .701 e .861; anche per le 10 sottodimensioni gli indici sono sufficienti e compresi tra .623 e .843 mentre la Scala Lie fa registrare un indice di .701.

Per la RAS gli indici sono buoni e variano da .725 e .841.

L’analisi delle distribuzioni dei punteggi di scala indicano la pressoché sovrapponibilità rispetto ad una distribuzione gaussiana; gli indici di asimmetria e curtosi sono tutti compresi tra 1 e -1.

Desiderabilità sociale e atteggiamento religioso

Emergono delle correlazioni deboli ma statisticamente significative tra le tre dimensioni di atteggiamento religioso e la Scala Lie.

————————–

Tabella 2 – Correlazioni tra la Scala Lie e le scale della RAS

 Scala Lie
Pratica religiosa-0,087*
Tolleranza religiosa-0,215*
Fede in Dio-0,192*

Correlazioni significative con * p<0.01 (2 code)

————————–

La Scala Lie è inversamente correlata con la Pratica religiosa (-.087; p<0,01), la Tolleranza religiosa (-.215; p<0,01) e la Fede in Dio (-.192; p<0,01).

Sulla base delle modalità precedentemente descritte, sono stati costituiti due gruppi: basso punteggio nella Scala Lie e alto punteggio nella Scala Lie.

Il gruppo dei soggetti con basso punteggio è composto da 314 soggetti mentre il gruppo con alto punteggio è composto da 316 soggetti.

La MANOVA (Wilks lambda=,827) ha evidenziato l’esistenza di un effetto principale del fattore gruppo per le tre dimensioni rilevate dalla Religious Attitude Scale (F(3, 604)= 41,83; p<0,001).

Nella tabella che segue si mostrano le statistiche descrittive dei due sottocampioni e la scomposizione degli effetti univariati.

————————–

Tabella 3 – Differenze tra i gruppi rispetto alla religiosità

 Gruppo 
Basso punteggioAlto punteggio
RASMediad.s.Mediad.s.ANOVA
Pratica religiosa19,857,6115,894,60F(1, 620)=61,32; p<.001
Tolleranza religiosa24,215,6820,355,39F(1, 614)=75,06; p<.001
Fede in Dio23,276,3818,745,55F(1, 628)=90,58; p<.001

————————–

Il gruppo con basso punteggio nella scala Lie fa registrare punteggi maggiori in tutte e tre le scale della RAS.

Relazione tra atteggiamento religioso e personalità

Dalla lettura della matrice di correlazione emergono delle correlazioni significative tra alcune delle scale del BFQ e della RAS.

————————–

Tabella 4 – Correlazioni tra le dimensioni del BFQ e la RAS

 RASEnergiaAmicalitàCoscienziositàStabilità emotivaApertura mentale
TotalePratica religiosa-0,352**0,088**0,078**-0,104**-0,281**
Tolleranza religiosa-0,064**0,167**0,166**-0,259**0,122**
Fede in Dio-0,253**0,202**0,147**-0,219**-0,167**
MaschiPratica religiosa-0,253**0,182**0,082**0,162**-0,124**
Tolleranza religiosa0,147**0,278**0,202**-0,100**0,301**
Fede in Dio-0,114**0,272**0,089**0,092**-0,017**
FemminePratica religiosa-0,401**  -0,051*   0,049-0,223**-0,380**
Tolleranza religiosa-0,219**   0,0380,124**-0,367**  -0,008
Fede in Dio-0,291**0,069**0,167**-0,337**-0,238**

Correlazioni significative con * p<0.05, ** p<0.01 (2 code)

————————–

In relazione alla totalità dei soggetti partecipanti: la Pratica religiosa correla con l’Energia (-.352; p<0,01), l’Amicalità (.088; p<0,01), la Coscienziosità (.078; p<0,01), la Stabilità Emotiva (-.104; p<0,01) e l’Apertura mentale (-.281; p<0,01); la Tolleranza religiosa correla con l’Energia (-.064; p<0,01), l’Amicalità (.167; p<0,01), la Coscienziosità (.166; p<0,01), la Stabilità Emotiva (-.259; p<0,01) e l’Apertura mentale (.122; p<0,01); la Fede in Dio correla con l’Energia (-.253; p<0,01), l’Amicalità (.202; p<0,01), la Coscienziosità (.147; p<0,01), la Stabilità Emotiva (-.219; p<0,01) e l’Apertura mentale (-.167; p<0,01).

Suddividendo il campione in base al genere si osservano delle interessanti differenze: per quanto riguarda i maschi è confermato il quadro di correlazioni identificato sul complesso dei partecipanti, con eccezione della Stabilità emotiva per la quale sia per la Fede in Dio sia per la Pratica religiosa si registrano tendenze correlazionali opposte mentre per le femmine alcune correlazioni non raggiungono la significatività statistica. Inoltre, sempre per le femmine, l’Amicalità fa registrare una tendenza opposta a quella del complesso dei partecipanti, in relazione alla Pratica religiosa (-.051; p<0,01). È doveroso evidenziare come molte delle correlazioni registrate siano statisticamente significative a causa dell’ampiezza del campione ma al contempo poco robuste.

Essendo il BFQ articolato in 10 sottodimensioni, è necessario analizzare anche le correlazioni tra l’atteggiamento religioso e queste sottodimensioni.

————————–

Tabella 5 – Correlazioni tra le sottodimensioni del BFQ e la RAS

BFQRAS
Pratica religiosaTolleranza religiosaFede in Dio
Dinamismo-0,327**  -0,034-0,199**
Dominanza-0,285**-0,082**-0,250**
Cooperatività0,102**0,219**0,238**
Cordialità0,046*0,063**0,102**
Scrupolosità0,159**0,128**0,147**
Perseveranza -0,037*0,145**0,092**
Controllo emozioni -0,148**-0,244**-0,216**
Controllo impulsi -0,044*-0,228**-0,183**
Apertura cultura -0,037*0,167**0,012
Apertura esperienza-0,379**  0,044*-0,253**

Correlazioni significative con * p<0.05, ** p<0.01 (2 code)

————————–

In relazione alla totalità dei soggetti partecipanti: la Pratica religiosa correla con il Dinamismo (-.327; p<0.01), la Dominanza (-.285; p<0.01), la Cooperatività (.102; p<0.01), la Cordialità (.046; p<0.05), la Scrupolosità (.159; p<0.01), la Perseveranza (-.037; p<0.05), il Controllo delle emozioni (-.148; p<0.01), il Controllo degli impulsi (-.044; p<0.05), l’Apertura alla cultura (-.037; p<0.05) e l’Apertura all’esperienza (-.379; p<0.01); la Tolleranza religiosa correla con la Dominanza (-.082; p<0.01), la Cooperatività (.219; p<0.01), la Cordialità (.063; p<0.01), la Scrupolosità (.128; p<0.01), la Perseveranza (.145; p<0.01), il Controllo delle emozioni (-.244; p<0.01), il Controllo degli impulsi (-.228; p<0.01), l’Apertura alla cultura (.167; p<0.01) e l’Apertura all’esperienza (.044; p<0.05); la Fede in Dio correla con il Dinamismo (-.199; p<0.01), la Dominanza (-.250; p<0.01), la Cooperatività (.238; p<0.01), la Cordialità (.102; p<0.01), la Scrupolosità (.147; p<0.01), la Perseveranza (.092; p<0.01), il Controllo delle emozioni (-.216; p<0.01), il Controllo degli impulsi (-.183; p<0.01) e con l’Apertura all’esperienza (-.253; p<0.01).

Come per le dimensioni del BFQ anche per le sottodimensioni l’insieme dei partecipanti è stato scomposto in base al genere.

————————–

Tabella 6 – Correlazioni tra le sottodimensioni del BFQ e la RAS, differenze di genere

BFQRAS
MaschiFemmine
Pratica religiosaTolleranza religiosaFede in DioPratica religiosaTolleranza religiosaFede in Dio
Dinamismo-0,229**0,186**-0,063*-0,229**0,186**-0,063*
Dominanza-0,189**0,045-0,133**-0,189**0,045-0,133**
Cooperatività0,090**0,297**0,229**0,090**0,297**0,229**
Cordialità0,220**0,187**0,241**0,220**0,187**0,241**
Scrupolosità0,143**0,0490,0490,143**0,0490,049
Perseveranza-0,0200,298**0,098**-0,0200,298**0,098**
Controllo emozioni0,007-0,134**0,066*0,007-0,134**0,066*
Controllo impulsi0,262**-0,0450,095**0,262**-0,0450,095**
Apertura cultura0,0000,252**0,069**0,0000,252**0,069**
Apertura esperienza-0,221**0,245**-0,110**-0,221**0,245**-0,110**

Correlazioni significative con * p<0.05, ** p<0.01 (2 code)

————————–

Per quanto riguarda i maschi: la Pratica religiosa correla con il Dinamismo (-.229; p<0,01), la Dominanza (-.189; p<0,01), la Cooperatività (.090; p<0,01), la Cordialità (.220; p<0,01), la Scrupolosità (.143; p<0,01), il Controllo degli impulsi (.262; p<0,01) e l’Apertura all’esperienza (-.221; p<0,01); la Tolleranza religiosa correla con il Dinamismo (.186; p<0.01), la Cooperatività (.297; p<0.01), la Cordialità (.187; p<0.01), la Perseveranza (.298; p<0.01), il Controllo delle emozioni (-.134; p<0.01), l’Apertura alla cultura (.252; p<0.01) e l’Apertura all’esperienza (.245; p<0.01); la Fede in Dio correla con il Dinamismo (-.063; p<0.05), la Dominanza (-.133; p<0.01), la Cooperatività (.229; p<0.01), la Cordialità (.241; p<0.01), la Perseveranza (.098; p<0.01), il Controllo delle emozioni (.066; p<0.05), il Controllo degli impulsi (.095; p<0.01), l’Apertura alla cultura (.069; p<0.01) e l’Apertura all’esperienza (-.110; p<0.01).

Per quanto riguarda le femmine: la Pratica religiosa correla con il Dinamismo (-.229; p<0.01), la Dominanza (-.189; p<0.01), la Cooperatività (.090; p<0.01), la Cordialità (.220; p<0.01), la Scrupolosità (.143; p<0.01), il Controllo degli impulsi (.262; p<0.01) e l’Apertura all’esperienza (-.221; p<0.01); la Tolleranza religiosa correla con il Dinamismo (.186; p<0.01), la Cooperatività (.297; p<0.01), la Cordialità (.187; p<0.01), la Perseveranza (.298; p<0.01), il Controllo delle emozioni (-.134; p<0.01), l’Apertura alla cultura (.252; p<0.01) e l’Apertura all’esperienza (.245; p<0.01); la Fede in Dio correla con il Dinamismo (-.063; p<0.05), la Dominanza (-.133; p<0.01), la Cooperatività (.229; p<0.01), la Cordialità (.241; p<0.01), la Perseveranza (.098; p<0.01), il Controllo delle emozioni (.066; p<0.05), il Controllo degli impulsi (.095; p<0.01), l’Apertura alla cultura (.069; p<0.01) e l’Apertura all’esperienza (-.110; p<0.01).

Essendo le scale della RAS correlate tra loro (Laudadio, D’Alessio, in press), l’analisi delle correlazioni può nascondere il contributo di ciascuna dimensione nello spiegare la variabilità dei punteggi in relazione alla personalità.

Per questo scopo è stata realizzata una regressione multipla – effettuata con il metodo standard – utilizzando come predittori le dieci sottodimensioni del BFQ e come variabile criterio – separatamente – ciascuna delle tre scale della RAS. Sulla base delle indicazioni emerse dalla matrice di correlazione è stato ritenuto opportuno realizzare l’analisi suddividendo i soggetti in base al genere.

————————–

Tabella 7 – Regressione multipla. Pratica religiosa per le femmine

 Unstandardized CoefficientsStandardized CoefficientstSig.
 BStd. ErrorBeta  
Dinamismo-0,0120,037-0,014-0,3290,742
Dominanza-0,0760,038-0,067-2,0100,045
Cooperatività0,1750,0380,1324,6190,000
Cordialità0,0060,0350,0040,1590,874
Scrupolosità0,0070,0340,0060,2120,832
Perseveranza-0,0320,035-0,028-0,9060,365
Controllo emozioni0,0930,0300,1043,1120,002
Controllo impulsi-0,1300,027-0,161-4,7730,000
Apertura cultura0,0800,0350,0602,2710,023
Apertura esperienza-0,3730,031-0,444-11,8860,000
Multiple R =,503
R²=,253
adjusted R²=,248

————————–

Per le femmine, in relazione alla dimensione della Pratica religiosa, il coefficiente di regressione multipla risulta significativo [F(10,1563)= 52,28, p<.001]. Sono predittori: Apertura esperienza (inverso), Controllo degli impulsi (inverso), Cooperatività, Controllo delle emozioni, Apertura alla cultura e Dominanza (inverso).

————————–

Tabella 8 – Regressione multipla. Pratica religiosa per i maschi

 Unstandardized CoefficientsStandardized CoefficientstSig.
 BStd. ErrorBeta  
Dinamismo-0,2430,033-0,250-7,4740,000
Dominanza0,0810,0380,0672,0930,036
Cooperatività0,1100,0400,0892,7710,006
Cordialità0,1880,0370,1655,0650,000
Scrupolosità0,0670,0280,0682,4450,015
Perseveranza0,1490,0380,1313,9290,000
Controllo emozioni-0,1720,035-0,147-4,8690,000
Controllo impulsi0,2130,0360,2005,9070,000
Apertura cultura0,0740,0330,0662,2260,026
Apertura esperienza-0,3280,039-0,254-8,3670,000
Multiple R =,451
R²=,204
adjusted R²=,198

————————–

Per i maschi, in relazione alla dimensione della Pratica religiosa, il coefficiente di regressione multipla risulta significativo [F(10,1436)= 36,44, p<.001]. Sono predittori tutte le dimensioni di personalità, anche se con peso e direzione differente: Apertura all’esperienza (inverso), Dinamismo (inverso), Controllo degli impulsi, Cordialità, Controllo delle emozioni (inverso), Perseveranza, Cooperatività, Scrupolosità, Apertura alla cultura e Dominanza.

————————–

Tabella 9 – Regressione multipla. Tolleranza religiosa per le femmine

 Unstandardized CoefficientsStandardized CoefficientstSig.
 BStd. ErrorBeta  
Dinamismo-0,2260,030-0,317-7,4610,000
Dominanza0,0090,0310,0090,2750,783
Cooperatività0,0110,0320,0100,3480,728
Cordialità0,1000,0290,0963,4240,001
Scrupolosità0,1730,0280,1726,1750,000
Perseveranza-0,1270,029-0,138-4,4270,000
Controllo emozioni-0,0630,026-0,086-2,4720,014
Controllo impulsi-0,2050,023-0,318-8,9490,000
Apertura cultura0,1570,0290,1475,3410,000
Apertura esperienza0,1940,0260,2837,5350,000
Multiple R =,479
R²=,229
adjusted R²=,224

————————–

Per le femmine, in relazione alla dimensione della Tolleranza religiosa, il coefficiente di regressione multipla risulta significativo [F(10,1511)= 44,60, p<.001]. Sono predittori: Controllo degli impulsi (inverso), Apertura all’esperienza, Dinamismo (inverso), Scrupolosità, Apertura alla cultura, Perseveranza (inverso), Cordialità e Controllo delle emozioni (inverso).

————————–

Tabella 10 – Regressione multipla. Tolleranza religiosa per i maschi

 Unstandardized CoefficientsStandardized CoefficientsTSig.
 BStd. ErrorBeta  
Dinamismo-0,0630,026-0,082-2,3950,017
Dominanza0,0090,0310,0090,2860,775
Cooperatività0,2150,0320,2206,7120,000
Cordialità0,0150,0300,0160,4900,624
Scrupolosità-0,0800,022-0,102-3,6230,000
Perseveranza0,2340,0310,2607,5760,000
Controllo emozioni-0,1400,028-0,153-4,9250,000
Controllo impulsi0,0460,0290,0551,5920,112
Apertura cultura0,0640,0270,0732,4280,015
Apertura esperienza0,0590,0320,0581,8640,063
Multiple R =,420
R²=,177
adjusted R²=,171

————————–

Per i maschi, in relazione alla dimensione della Tolleranza religiosa, il coefficiente di regressione multipla risulta significativo [F(10,1424)= 30,22, p<.001]. Sono predittori: Perseveranza, Cooperatività, Controllo delle emozioni (inverso), Scrupolosità (inverso), Apertura alla cultura e Dinamismo (inverso).

————————–

Tabella 11 – Regressione multipla. Fede in Dio per le femmine

 Unstandardized CoefficientsStandardized CoefficientsTSig.
 BStd. ErrorBeta  
Dinamismo0,0180,0330,0230,5300,597
Dominanza-0,0450,034-0,046-1,3450,179
Cooperatività0,1830,0340,1575,3830,000
Cordialità0,0990,0310,0873,1540,002
Scrupolosità0,0590,0300,0551,9680,049
Perseveranza0,0270,0320,0270,8580,391
Controllo emozioni0,0010,0270,0010,0300,976
Controllo impulsi-0,1860,024-0,263-7,6880,000
Apertura cultura-0,0220,032-0,019-0,6910,490
Apertura esperienza-0,2010,028-0,273-7,1440,000
Multiple R =,456
R²=,208
adjusted R²=,203

————————–

Per le femmine, in relazione alla dimensione della Fede in Dio, il coefficiente di regressione multipla risulta significativo [F(10,1577)= 41,23, p<.001]. Sono predittori: Controllo degli impulsi (inverso), Apertura all’esperienza (inverso), Cooperatività, Cordialità e Scrupolosità.

————————–

Tabella 12 – Regressione multipla. Fede in Dio per i maschi

 Unstandardized CoefficientsStandardized CoefficientstSig.
 BStd. ErrorBeta  
Dinamismo-0,1000,034-0,104-2,9240,004
Dominanza-0,0020,038-0,001-0,0420,967
Cooperatività0,2430,0400,2036,1120,000
Cordialità0,2700,0370,2497,2650,000
Scrupolosità-0,0930,028-0,097-3,2990,001
Perseveranza0,1880,0380,1744,9130,000
Controllo emozioni0,1150,0360,1043,2210,001
Controllo impulsi-0,0950,036-0,092-2,6170,009
Apertura cultura0,0820,0340,0742,4120,016
Apertura esperienza-0,3550,042-0,285-8,5100,000
Multiple R =,400
R²=,160
adjusted R²=,154

————————–

Per i maschi, in relazione alla dimensione della Fede in Dio, il coefficiente di regressione multipla risulta significativo [F(10,1392)= 26,38, p<.001].Sono predittori: Apertura all’esperienza (inverso), Cordialità, Cooperatività, Perseveranza, Scrupolosità (inversa), Controllo delle emozioni, Dinamismo (inverso), Controllo degli impulsi (inverso) e Apertura alla cultura.

Differenze di personalità tra atei, spirituali e religiosi

Estrazione dei gruppi

In letteratura si individuano molti contributi che forniscono indicazioni relative alla scelta del numero di cluster da estrarre (McClain, Rao, 1975; Arnold, 1979; Lee, 1979; Milligan, Cooper, 1985; Cooper, Milligan, 1988; Jung, Park, Du, Drake, 2003). Nel presente contributo, per avere indicazioni sul numero di gruppi da estrarre nella classificazione automatica dei soggetti (Barbaranelli, 2003), è stata effettuata preliminarmente una cluster analisys gerarchica con il metodo del legame completo  (Punj, Stewart, 1983) da una accurata ispezione del dendrogramma abbiamo ipotizzato l’estrazione di tre gruppi di soggetti. Successivamente, su un campione estratto casualmente di 500 soggetti, è stata compiuta una analisi fattoriale di tipo Q (sulla matrice trasposta). L’analisi ha evidenziato l’esistenza di tre fattori in grado di spiegare ben il 78,32% della varianza complessiva. Questa indicazione ha confermato la bontà di fissare a tre il numero dei fattori da estrarre. Sono stati eliminati i soggetti che non presentavano un valore per tutte e tre le scale della RAS e i restanti 2957 soggetti sono stati utilizzati per l’apprendimento della rete neurale. L’apprendimento è stato di 900.000 cicli, vale a dire che ogni soggetto è stato presentato alla rete circa 300 volte. Abbiamo ritenuto opportuno non normalizzare il vettore di ciascun soggetto, poiché erano utilizzate esclusivamente due variabili (Pratica religiosa e Fede in Dio). Al termine della procedura ogni soggetto era stato assegnato a uno dei tre gruppi.

Descrizione dei gruppi

L’analisi ha assegnato ciascun soggetto ad un gruppo. Il primo gruppo è risultato composto da 859 soggetti, il secondo da 1010 e il terzo da 1088.

Di seguito è fornita una descrizione dei tre gruppi estratti.

————————–

Tabella 13 – Differenze sulle scale della RAS tra i tre cluster

 ReligiositàSpiritualità
Mediad.s.Mediad.s.
Cluster 19,1412,1312,135,41
Cluster 223,0125,3325,335,47
Cluster 315,5320,0120,014,41

————————–

La MANOVA (Wilks lambda=,160) ha evidenziato l’esistenza di un effetto principale dell’interazione tra il fattore gruppo e le due dimensioni di religiosità (F(2, 5904)= 2215,11; p<0,001). La scomposizione degli effetti univariati tramite il Post-hoc (metodo di Tukey HSD) evidenzia tutte medie statisticamente differenti.

Il primo cluster fa registrare bassi livelli di religiosità e di spiritualità, per questo motivo è stato definito “non-spirituali”; il secondo cluster è caratterizzato da alti livelli di spiritualità e religiosità, per questo è stato definito “religiosi” mentre il terzo cluster registra bassi livelli di religiosità e alti livelli di spiritualità, per cui è stato definito “esistenziali”.

————————–

Tabella 14 – Composizione dei tre cluster in relazione alla condizione religiosa generale

 Non-spiritualiReligiosiEsistenziali
Ateo28,87%0,00%0,56%
Agnostico43,54%0,00%5,00%
Credente non praticante25,73%47,21%85,74%
Credente praticante1,86%52,79%8,70%
Totale100,00%100,00%100,00%

————————–

Per verificare la corretta interpretazione dei gruppi è stato incrociata la variabile relativa alla condizione religiosa generale dichiarata nelle variabili di background con i tre cluster. Il primo cluster è composto per il 72,40% da soggetti che si sono autodefiniti Atei o Agnostici, il secondo cluster nella sua totalità da credenti praticanti o non praticanti e il terzo cluster per l’85,74% da credenti non praticanti.

————————–

Tabella 15 – Composizione dei cluster in relazione al genere

 Non-spiritualiReligiosiEsistenzialiTotale
Femmina3156476021564
Maschio5443634861393
Totale859101010882957

————————–

Analizzando la composizione dei gruppi in base al genere, il Chi2 risulta significativo (Chi2 = 143,866; g.d.l.=2; p<,001). Rispetto alla composizione dei gruppi, nel gruppo dei non-spirituali le femmine sono il 36,67%, nel gruppo dei religiosi sono il 64,05% e nel gruppo degli esistenziali il 55,30%.

Rispetto all’età non ci sono delle differenze significative tra i tre gruppi [F(2,2952)= 12,52, n.s.].

Differenze di personalità tra i tre gruppi

Per tenere conto delle differenze di genere risultate significative nella composizione dei tre gruppi è stata realizzata una MANCOVA a disegno misto con un fattore indipendente (gruppo di appartenenza), le dieci dimensioni di personalità come fattori indipendenti e il genere come covariata.

La MANCOVA (Wilks lambda=,752) ha evidenziato l’esistenza di un effetto principale dell’interazione tra il fattore gruppo e le dieci sottodimensioni di personalità (F(20, 5884)= 44,98; p<0,001).

Nella tabella che segue si mostrano le medie dei sottocampioni ripartite per genere. Gli effetti univariati sono stati composti ricorrendo a singole ANCOVA per ciascuna delle sottodimensioni di personalità.

————————–

Tabella 16 – Differenze di personalità tra i tre cluster

BFQNon-spiritualiReligiosiEsistenziali
Mediad.s.Mediad.s.Mediad.s.
Dinamismo39,116,5335,438,0539,195,91
Dominanza35,154,9331,915,4935,855,50
Cooperatività32,944,6835,424,7334,625,35
Cordialità36,815,4737,795,5836,084,81
Scrupolosità37,686,3039,445,3138,675,93
Perseveranza40,335,9040,925,4140,565,67
Controllo emozioni34,745,7931,967,3133,426,83
Controllo impulsi33,686,4931,788,6633,096,02
Apertura cultura37,334,5638,255,2038,445,65
Apertura esperienza38,675,7734,537,7239,265,05

————————–

Per quanto riguarda il Dinamismo, l’ANCOVA risulta significativa (F(2, 2957)= 81,90; p<.001), l’analisi del Post-hoc con il metodo di Bonferroni evidenzia che i religiosi hanno medie significativamente diverse dagli altri due gruppi. L’analisi delle medie evidenzia come i Religiosi facciano registrare medie più basse di dinamismo.

In relazione alla Dominanza, l’ANCOVA risulta significativa (F(2, 2957)= 141,78; p<.001). Il Post-hoc evidenzia che i tre gruppi hanno tre medie significativamente diverse tra loro; sono maggiormente dominanti gli Esistenziali e i Non-spirituali rispetto ai Religiosi.

Anche per la Cooperatività l’ANCOVA è significativa  (F(2, 2957)=43,19; p<.001), e anche in questo caso il Post-hoc evidenzia tre medie significativamente diverse tra loro; sono maggiormente cooperativi i Religiosi, seguiti dagli Spirituali rispetto ai Non-Spirituali.

Per la Cordialità, l’ANCOVA risulta significativa (F(2, 2957)=26,46; p<.001) e le medie dei tre gruppi sono significativamente diverse al Post-hoc; sono i Religiosi a far registrare medie maggiori in relazione alla Cordialità seguiti dai Non-spirituali.

Anche l’ANCOVA eseguita in relazione alla Scrupolosità risulta significativa (F(2, 2957)=13,26; p<.001) e il Post-hoc evidenzia medie diverse; sono maggiormente scrupolosi i Religiosi seguiti dagli Esistenziali.

Non risulta significativo il test ANCOVA in relazione alla Perseveranza (F(2, 2957)=1,97; n.s.).

L’ANCOVA in relazione al Controllo delle emozioni risulta significativa (F(2, 2957)=16,71; p<.001) ma il test Post-hoc rileva differenze esclusivamente tra il gruppo dei Religiosi e gli altri due gruppi; sono i Religiosi a mostrare il livello più basso di controllo delle emozioni.

Anche in relazione al Controllo degli impulsi risulta significativo il risultato del test ANCOVA (F(2, 2957)=9,58; p<.001), anche in questo caso la differenza è evidenziata dal test Post-hoc per il gruppo dei Religiosi, che fanno registrare livelli più bassi di Controllo degli impulsi.

In relazione all’Apertura alla cultura l’ANCOVA risulta significativa (F(2, 2957)=13,73; p<.001). Sulla base del Post-hoc sono i non-spirituali ad avere medie significativamente diverse, facendo registrare una media più bassa di apertura alla cultura.

In ultimo, in relazione all’Apertura all’esperienza l’ANCOVA risulta significativa (F(2, 2957)=152,120; p<.001) e il Post-hoc evidenzia tre medie significativamente diverse; sono gli Esistenziali i soggetti più aperti all’esperienza, seguiti dai non-spirituali.

Differenze rispetto alla Scala Lie tra i tre gruppi

In ultimo, sulla base delle sollecitazioni emerse dall’analisi della relazione tra religiosità e la scala di controllo del BFQ, abbiamo deciso di verificare se i tre gruppi facessero registrare medie diverse in relazione a questa scala. L’ANCOVA è risultata significativa  (F(2, 2957)=152,12; p<.001) e il Post-hoc ha indicato tre medie significativamente diverse. Sono i soggetti non-spirituali a far registrare medie più alte in questa scala (M=33,36; d.s.=7,05) rispetto ai Religiosi (M=31,18; d.s.=10,02) e agli Spirituali (M=31,80; d.s.=6,72).

Discussione

In relazione alla prima ipotesi della ricerca, l’analisi delle correlazioni sembra indicare l’esistenza di una relazione tra alcune dimensioni di personalità e l’atteggiamento religioso. L’analisi della regressione multipla conferma questa relazione, in particolare, è possibile indicare che la quota di varianza spiegata da questa relazione è compresa tra il 20% (femmine) e il 25% (maschi). Rispetto l’ipotesi specifica questa è confermata solo parzialmente e con profonde differenze di genere.

Per le femmine è la bassa apertura all’esperienza il migliore predittore della religiosità mentre per i maschi il quadro dei risultati è più complesso; di interesse è il fatto che per i maschi la Dominanza non si rivela un predittore inverso, come dovevamo attenderci sulla base della lettura, ma – di contro – positivo.

Per quanto riguarda la spiritualità, sia l’analisi delle correlazioni che l’analisi delle regressioni confermano l’esistenza di un legame con le dimensioni di personalità. La varianza spiegata dalle dimensioni di personalità in relazione alla spiritualità varia dal 15% (maschi) al 20% femmine. Anche in questo caso l’ipotesi è confermata solo parzialmente (eccezion fatta per la dimensione della cordialità) e con alcune differenze imputabile al genere; anche se – per entrambi i generi – la bassa apertura all’esperienza è il miglior predittore della spiritualità.

Per quanto concerne la differenza tra i tre gruppi di soggetti: esistenziali, religiosi e non-spirituali l’ipotesi sembra essere confermata.

I soggetti classificati come Religiosi fanno registrare livelli più bassi nelle dimensioni del dinamismo e della dominanza (quindi dell’energia), nella dimensione dell’apertura all’esperienza e maggiori livelli di cooperatività, anche se, il quadro emerso fornisce un numero superiore di spunti e di elementi di differenziazione tra i tre gruppi, che conferma l’esistenza di profonde differenze tra i tre gruppi considerati.

Riguardo all’ultima ipotesi della ricerca, ossia una relazione positiva tra religiosità, spiritualità e desiderabilità sociale, i nostri risultati non solo non confermano l’ipotesi ma sono discordanti con parte della letteratura presentata. Sembrerebbe che religiosità e spiritualità siano correlate in modo inverso con la scala Lie e l’analisi dei gruppi contrapposti sembra confermare questa tendenza. I soggetti del gruppo con bassi punteggi nella Scala Lie sembrano presentare punteggi più alti nelle scale di religiosità e spiritualità.

Il dato è ulteriormente confermato dall’analisi dei tre cluster emersi: sono i soggetti non-spirituali a presentare punteggi più alti nella Scala Lie.

Per quanto riguarda gli aspetti esplorativi della ricerca sia l’analisi delle correlazioni sia delle regressioni conferma l’esistenza di una relazione tra personalità e laicità, con una percentuale di varianza spiegata che varia dal 17% (maschi) al 22% (femmine). Per le femmine il miglior predittore della laicità è il basso controllo degli impulsi mentre per i maschi è la perseveranza.

Conclusioni, limiti e sviluppi

In termini generali, la ricerca sembra confermare un legame tra le dimensioni di personalità e l’atteggiamento spirituale e religioso e complessivamente, seppur con alcuni distinguo, i risultati sembrano essere coerenti con quanto indicato in letteratura.  Per quanto risulti estremamente affascinante, l’ipotesi di Piedmont (1999) che la spiritualità possa essere il sesto dei grandi fattori di personalità non sembra confermabile dai risultati di questo studio che evidenziano una relazione considerevole tra spiritualità e personalità che porterebbe a rigettare l’indipendenza con gli altri fattori di personalità necessaria a poter inserire la spiritualità all’interno di un quadro di personalità.

L’analisi comparata dei tre gruppi (Non-spirituali, Religiosi ed Esistenziali) evidenzia come i Religiosi siano più Coscienziosi e Amichevoli ma meno Energici e Stabili Emotivamente rispetto agli altri due gruppi; questo risultato è in linea con quanto evidenziato da Saroglou (2002) al termine della sua meta-analisi. Gli spirituali, invece, presentano delle configurazioni di personalità molto più prossime ai non-spirituali che ai religiosi, risultato – decisamente – inatteso.

Purtroppo, l’assenza di studi sistematici in ambito della Psicologia delle Religioni in Italia, non consente di comprendere pienamente se questi risultati siano completamente imputabili ad aspetti culturali specifici del nostro paese o al protocollo di ricerca adottato.

Complessivamente, siamo portati a pensare che in Italia esista una situazione un po’ diversa da quella degli altri paesi (soprattutto dagli USA dove sono realizzati la maggior parte degli studi sulla religiosità); nello specifico, ipotizziamo che in Italia la dimensione della spiritualità sia comunque più alta e diffusa che in molti altri paesi dove è stato realizzato uno studio simile.

Relativamente alla relazione tra religiosità e spiritualità con la Scala Lie, i risultati sono in controtendenza rispetto alla letteratura; le interpretazioni possono essere molteplici ma crediamo che vada ricercata nelle caratteristiche della Scala Lie del BFQ. Punteggi bassi in questa scala non fanno riferimento esclusivamente a soggetti che vogliono fornire una immagine negativa di sé ma anche a chi ha realmente commesso o è stato coinvolto in attività antisociali e – ed è questa la nostra ipotesi – risente di una forte componenti di autocritica (e forse, anche di autocolpevolizzazione). È ipotizzabile che l’autocritica sia maggiore nei soggetti spirituali o religiosi rispetto ai soggetti non-religiosi e che questo determini punteggi più bassi nella Scala Lie. Per verificare questa ipotesi sarebbe sufficiente tenere sotto controllo la dimensione dell’autocritica e replicare la ricerca. Ipotesi alternativa, di natura più squisitamente sociologica, è che la religiosità e la spiritualità stiano – in Italia – diventando un contro-valore e che, quindi, sia maggiormente desiderabile una certa libertà e autonomia piuttosto che la fede o la partecipazione religiosa.

La ricerca presenta i limiti tipici di uno studio correlazionale su un campione accidentale di convenienza, inoltre, forse la cospicua numerosità dei soggetti tende a evidenziare un numero eccessivo di livelli di significatività, anche se le descrizioni preliminari hanno confermato la completa adeguatezza degli strumenti per una ricerca di questo tipo (normalità e attendibilità). Il limite principale è legato alla MANOVA realizzata, che pecca dell’alta collinearità registrabile tra le diverse dimensioni di personalità.

Lo sviluppo della ricerca sarà duplice: da una parte si cercherà di approfondire ulteriormente la relazione tra le dimensioni di atteggiamento religioso e la Desiderabilità Sociale ricorrendo ad un numero maggiore di strumenti di analisi; dall’altra – sui dati raccolti – si tenterà di verificare, come suggerito da Jorm e Christensen (2004), l’eventuale esistenza di relazioni non lineari all’interno della relazione tra personalità e dimensioni religiose.

Riferimenti bibliografici

Arnold, S. J. (1979). A Test for Clusters. Journal of Marketing Research, 16, 545-551.

Balakrishnan, P. V., Cooper, M. C., Jacob, V. S., & Lewis, P. A. (1994). A    study of the classification capabilities of neural networks using unsupervised  learning: A comparison with k-means clustering. Psychometrika, 59, 509-525.

Barbaranelli, C. (2003). Analisi dei dati. Milano: Led.

Bezdek, J. C. (1981). Pattern Recognition with Fuzzy Objective FunctionAlgorithms. New York: Plenum Press.

Caprara, G. V., Barbaranelli, C. & Borgogni, L. (1993). Big Five Questionnaire. Firenze: Manuale Organizzazioni Speciali.

Chen, S. K., Mangiameli, P. & West, D. (1994). The Comparative Ability of Self-organizing Neural Networks to Define Cluster Structure. Omega,International Journal of Management Science, 23 (3),  271-279.

Constantine, M. G., Lewis, E. L., Conner, L. C. & Sauchez, D. (2000). Addressing spiritual and religious  issues in couseling African Americans: Implications for counselor training and practice. Couseling and Values, 45, 28-38.

Cooper, M. C. & Milligan, G. W. (1988). The Effect of Error on  Determining the Number of Clusters. Proceedings of the International Workshop on Data Analysis, Decision Support and Expert Knowledge Representation in Marketing and Related Areas of Research, 319-328.

Costa, P. T., Busch, C. M., Zonderman, A. B. & McCrae R. . (1986). Correlations of MMPI factor scales with measures of the Five Factor Model of personality. Journal of Personality Assesment, 50, 640-650.

Everitt, B. (1993). Cluster Analysis (3nd ed.). London: Edward Arnold.

Eysenck, M. W. (1998). Personality and the psychology or religion. Mental Health, Religion and Culture, 1, 11-19.

Francis, L. J. & Katz, Y. J. (1992). The relationship between personality and religiosity in an Israeli sample. Journal for the Scientific Study of Religion, 31, 153-162.

Francis, L. J. & Stubbs, M. T. (1987). Measuring attitudes towards Christianity: from childhood to adulthood. Personality and Individual Differences, 8, 741-743.

Francis, L. J. (1978). Attitude and longitude: A study in measurement. Character Potential (8), 119–130.

Francis, L. J. (1991). Personality and attitude towards religion among adult church-goers in England. Psychological Reports, 69, 791-794.

Francis, L. J. (1992). Is psychoticism really a dimension of personality fundamental to religiosity?. Personality and Individual Differences, 13, 645 652.

Francis, L. J. (1992). Neuroticism and intensity of religious attitudes among Clergy in England. Journal of Social Psychology, 125, 577-580.

Francis, L. J. (1993). Personality and religion among college students in the UK. Personality and Individual Differences, 14, 619–622.

Francis, L. J., & Wilcox, C. (1994). Personality, prayer, and church attendance among 16- to 18-year-old girls in England. The Journal of Social Psychology, 134 (2),  243–246.

Francis, L. J., Pearson, P. R. & Kay, W. K. (1983). Are religious children bigger liars?. Psychological Reports, 52, 551-554.

Francis, L. J., Pearson, P. R. & Kay, W. K. (1988). Religiosity and lie scores: a question of interpretation. Social Behaviour and Personality, 16, 91-95.

Gillings, V. & Joseph, S. (1996). Religiosity and social desirability: impression management and self-deceptive positivity. Personality and Individual Differences (21), 1047-1050.

Hill, P. C. & Pargament, K. I. (2003). Advances in the conceptualisation and measurement of religion and spirituality. American Psychologist, 58, 64-74.

Hoge, D. R. (1972). A validated intrinsic religious motivation scale. Journal of the Scientific Study of Religion, 11, 369–376.

Höppner, F., Klawonn, F., Kruse, R. & Runkler T. (1999). Fuzzy cluster analysis : methods for classification, data analysis and image recognition. Wiley.

Jagers, R. J & Smith, P. (1996). A further examination of the Spirituality Scale. Journal of Black Psychology, 22 (4), 442-492.

Jorm, A. & Christensen H. (2004). Religiosity and personality: evidence for non-linear associations. Personality and Individual Differences, 36, 1433–1441.

Jung, Y., Park, H., Ding-Zhu D. & Drake, B. L. (2003). A Decision Criterion for the Optimal Number of Clusters in Hierarchical Clustering. Journal of Global Optimization, 25 (1), 91 – 111.

Kangas, J. & Kaski, S. (1998). 3043 works that have been based on the self organizing map (SOM) method developed by Kohonen, Report A50. Finland: Helsinki University of Technology, Laboratory of Computer and Information Science, Espoo.

Kaski, S., Kangas, J. & Kohonen, T. (1998). Bibliography of Self Organizing Map (SOM), Papers: 1981-1997. Neural Computing Surveys, 1, 102-350.

Kaufmann, L. & Rousseeuw, P.J. (1990). Finding Groups in Data. New York: John Wiley & Sons Inc.

Kohonen, T. (1995). Self-Organizing Maps. Springer-Verlag.

Kohonen, T. (1997). Self-Organizing Maps (2nd ed.). Berlin: Springer Verlag,

Kosek, R. B. (1999). Adaptation of the Big Five as a germeneutic instrument for religious constructs. Personality and Individual Differences, 27, 229-237.

Laudadio A., D’Alessio M. Il percorso di validazione della Religious Attitude Scale (RAS). Giornale Italiano di Psicologia. (in corso di stampa)

Laudadio, A., Noia, F., & Di Gianfrancesco, R. (2009). Credere in Dio aumenta il benessere percepito?. Rassegna di Psicologia. Vol. 1/09, pp. 81-96

Leak, G. K. & Fish, S. B. (1999). Development and initial validation of a mesure of religious maturity. International Journal for the Psychology of Religion, 9, 83-103.

Lee, K. L. (1979). Multivariate Tests for Clusters. Journal of the American Statistical Association, 74, 708-714.

Lewis, C. A. & Joseph, S. (1994). Religiosity: psychoticism and obsessionality in Northern Irish university students. Personality and Individual Dfferences, 17, 685-687.

Lewis, C. A. (2000). The religiosity–psychoticism relationship and the two factors of social desirability: A response to Michael W. Eysenck (1998). Mental Health, Religion, and Culture, 3 (1), 39–45.

Lewis, C. A., & Maltby, J. (1995). Religiosity and personality among US adults. Personality and Individual Differences, 18, 293–295.

Maltby, J. & Day, L. (2001). The relationship between spirituality and Eysenck’s personality dimensions: A replication Among English Adults. The Journal of Genetic Psychology, 162 (1),  119.

Maltby, J. (1997). Personality correlates of religiosity among adults in the Republic of Ireland. Psychological Reports, 81,  827–831.

Maltby, J. (1999a). Personality dimensions of religious orientation. The Journal of Psychology, 133, 631-639.

Maltby, J. (1999b). Religious orientation and Eysenck’s personality dimension: The use of the Amended Religious Orientation Scala to esamine the relationship between religiosità, psychoticism, neuroticism and extraversion. Personality and Individual Differences, 26, 79-84.

Maltby, J., Talley, M., Cooper, C., & Leslie, J. C. (1995). Personality effects in personal and public orientations toward religion. Personality and Individual Differences, 19, 157–163.

McClain, J. O & Rao, V. R. (1975). Clustisz: A Program to Test for the Quality of Clustering of a Set of Objects. Journal of Marketing Research, 12, 456-460.

McDonald, D. A. (2000). Spirituality: Description and measurement, and relation to the five-factor model of personality. Journal of Personality, 68, 153-197.

Miller, W. R. & Thoresen, C. E. (2003). Spirituality, religion, and health. An emerging research field. American Psychologist, 58, 24-35.

Milligan, G. W. & Cooper, M. C. (1985). An Examination of Procedures for Determining the Number of Clusters in a Data Set. Psychometrika, 50, 159-179.

National Cancer Institute (2007). Sprituality in Cancer Care, Health Professional Version from http: //www.cancer.gov.

Paulhus, D. L. (1991). Measurement and control of response bias. In Punj, G. & Stewart, D. W. (1983). Cluster analysis in marketing research; review and suggestions for application. J. Mktg Res., 20, 134-148.

Pearson, P. R. & Francis, L. J. (1989). The dual nature of the Eysenckian lie scales: are religious adolescents more truthful?. Personality and Individual Differences, 10, 1041-1048.

Pessa, E. (2004). Statistica con le reti neurali. Un’introduzione. Roma: Di Renzo Editore.

Piedmont, R. L. (1996). Strategies for using the five-factor model in religious research. In R. Piedmont (a cura di) The five-factor model and its value for religious research. Symposium conducted at the annual Convention of the American Psychological Association, Toronto: Canada.

Posner, M., Goldsmith, R & Welton, K. (1967). So Perceived distance and the classification of  distorted patterns. Journal of Experimental Psychology, 73 (1),  28-38.

Ripley, B. D. (1994).  Neural Networks and Related Methods for Classification. Journal of the Royal Statistical Society, Series B,   56, 409-456.

Ripley, B.D. (1993). Statistical Aspects of Neural Networks. In    O. E.  Barndorff-Nielsen  & W.S. Kendall (eds), Networks and Chaos: Statistical and Probabilistic Aspects,   Chapman & Hall

Robinson, J.  P., Shaver, P. R. & Wrightsman. L. S. (Eds) Measures of personality and social lpsychological attitudes (pp. 17759). London: Academic Press Limited.

Saroglou, V. (2001). Religion of young people and their personality: recent studies in Belgium. In V. Saroglou e D. Hutsebaut, Psychologie de la religion et developpment humainquestiois Psychologiques. Paris: L’Harmattan.

Saroglou, V. (2002). Religion and the five factors of personality: a meta analytic review. Personality and Individual Differences, 32, 15-25.

Smith, D. L. (1996). Private prayer, public workship and personality among 11 to 15 years old adolescents. Personality and Individual Differences, 21, 1063-1065.

Solso, R. L., & McCarthy, J. E. (1981).  Prototype formation of faces: A case of pseudo-memory. British Journal of Psychology, 72, 499-503.

Woods, T. E. & Ironson G. H. (1999). Religion and spirituality in the face of illness: How cancer, cardiac, and HIV patients describe their spirituality/religiosity. Journal of Health Psychology, 4 (3), 393-412.

Zinnbauer, B. J., Pargament, K. I., Cole, B., Rye, M. S., Butter, E. M., Belavich, T. G., et al. (1997). Religion and spirituality: Unfuzzying the fuzzy. Journal for the Scientific Study of Religion, 36 (4), 549-564.