Interessi professionali e lateralizzazione emisferica

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Dettagli:

di Andrea Laudadio – Università “La Sapienza” di Roma; Francisco Javier Fiz Perez – Università Pontificia Regina Apostolorum

Introduzione

Com’è noto, la frontiera delle neuroscienze è di identificare – all’interno del Sistema Nervoso Centrale – la corretta localizzazione delle funzioni cognitive dell’uomo e l’utilizzo delle moderne tecniche basate sulle neuroimmagini sta consentendo rapidi progressi in questo ambito.

Lo stile di pensiero sembrerebbe essere in relazione con le modalità con cui un individuo compie delle scelte (Scott & Bruce, 1995; Stanovich & West, 1998, 2000; Schwartz & West, 1998, 2000; Glaser & Weber, 2005).

Secondo Hurst (1989) differenze individuali nella lateralizzazione emisferica potrebbero produrre o influenzare differenti stili cognitivi. Lo stile cognitivo può essere definito come una modalità di pensare (Sternberg, 1997) relativa al “come” si elaborano e utilizzano le informazioni (Kirton,1987) e le proprie abilità (Huteau, 1987)[1]. Lo stile cognitivo, anche presentando delle differenze in relazione al genere (Albaili, 1993 e Soliman, 1989), all’età (Torrance, 1987) e alla cultura (Torrance & Sato, 1979), è piuttosto stabile nel tempo (Kirton, 1987).

Tabella 1 – Attendibilità e distribuzione dei punteggi

AutoreAnnoDestroSinistro
Torrance1981; 1987Anticonformista. Preferisce compiti non strutturati in cui può esplorare e fare nuove scoperte. Predilige il codice visivo-spaziale e produce idee per risolvere i problemi in modo intuitivo e per inventare cose nuove.Conformista. Tende a perfezionare le cose esistenti piuttosto che a inventarne di nuove. Predilige compiti strutturati che gli permettono di procede in modo sistematico e estrarre informazioni in modo logico.
Kirton1987Innovatore. Cerca di trovare nuove soluzioni e di cambiare gli schemi o i paradigmi. Portato al rischio e al cambiamento.Adattatore. Approccia il problema senza cambiarne il contesto, tende ad essere metodico e conforme alle regole e alla tradizione.
Riding1991Intuitivo. Socievole e stimolato da situazioni di apprendimento collaborativoTende all’isolamento sociale e all’autosufficienza
Mintzberg1994Pensiero creativoPensiero analitico
Allison & Hayes1996Tende a farsi guidare dalle sensazioni e possiede un approccio globale ai problemi.Molto attratto dai dettagli e dal ragionamento. Apprende secondo metodologie step-by-step e tende all’indipendenza sociale e lavorativa.
Leonard & Strauss1997Poco attratto dai dettagli. Intuitivo. Preferisce avere informazioni dall’esperienza diretta.Tende a raccogliere informazioni da fonti diverse.
Sadler-Smith & Riding1999Preferisce modalità di apprendimento collaborativo come giochi di ruolo e discussioni di gruppo.

Numerosi autori (Torrance, 1987; Kirton, 1987; Riding, 1991; Mintzberg, 1994; Allison & Hayes, 1996; Leonard & Strauss; Sadler-Smith & Riding, 1999) identificano lo stile cognitivo all’interno di un continuum dove alle estremità possono essere collocate due tipologie di pensiero: destro e sinistro.

  • Il pensiero destro è tipico di soggetti dotati di forte intuito, attratti dall’aspetto globale del problema piuttosto che dai dettagli, in grado di trovare nuove soluzioni e di cambiare gli schemi, portati al rischio e al cambiamento. Questi soggetti preferiscono utilizzare modalità di apprendimento collaborativo.
  • Il pensiero sinistro è tipico di soggetti metodici, conformi alle regole e alla tradizione. Hanno elevate capacità analitiche e attenzione per i dettagli. tendono all’autosufficienza sociale e professionale. Preferiscono modalità di apprendimento individuali e step-by-step.

Similmente, in ambito psico-fisiologico, Hurst (1989) suggerisce che la percezione e il pensiero sono correlati con l’utilizzo dell’emisfero sinistro e l’intuizione e la sensazione con l’emisfero destro.

Un modello differente è stato proposto da Sternberg (1988) basato su tredici stili di pensiero. Sull base di questi stili, in uno studio successivo (Zhang e Sternberg, 2006) sono stati identificate tre tipologie di soggetti.

  • Tipo I. Creativo, possiede un livello cognitivo molto alto in grado di padroneggiare problemi complessi. Possiede uno stile di apprendimento globale.
  • Tipo II. Tende a conformarsi alle norme ed è in grado di padroneggiare livelli più bassi di complessità cognitiva. Possiede uno stile superficiale di apprendimento.
  • Tipo III. È in grado di utilizzare le due modalità di pensiero a seconda delle caratteristiche del compito che si appresta ad affrontare.

Da alcuni studi, sembrerebbe esistere una relazione tra lo stile di pensiero e l’occupazione. Ad esempio, gli artisti sembrano mostrare una maggiore propensione allo stile di pensiero destro, mentre insegnanti e vigili presenterebbero uno stile di pensiero sinistro (Torrance, 1987). Di conseguenza, è stato ipotizzato da alcuni autori (Zhang, 2004) una possibile relazione tra lateralizzazione emisferica, o meglio sile di pensiero, e interessi professionali.

In seguito, Zhang (2006) ha esplorato direttamente la relazione tra lo stile di pensiero e gli interessi professionali (attraverso il noto modello degli interessi di Holland[2]).

I risultati hanno mostrato come tutti e sei i tipi RIASEC siano – in qualche modo – in relazione con lo stile di pensiero Destro, Sinistro o Integrato. In particolare, lo stile di pensiero Destro è risultato essere predittore di tutti i tipi ad eccezione del Convenzionale, mentre lo stile Sinistro è predittore esclusivamente del tipo Convenzionale. Mentre lo stile integrato non è risultato predittore di nessun tipo.

Obiettivo e ipotesi

Lo studio di Zhang (2006) presenta alcuni limiti. In primo luogo è stato realizzato con un campione di studenti universitari molto giovani (età media 19 anni) e appartenenti a facoltà essenzialmente afferenti all’area Imprenditoriale (Economia e Finanza) e Investigativa (Biologia, Scienze Alimentari e Ingegneria). L’età rappresenta un limite in quanto gli interessi tendono a raggiungere una buona definizione verso i 25 anni e un campione molto sbilanciato verso alcune tipologie di interessi potrebbe aver distorto i risultati. Inoltre, lo studio di Zhang non analizza la corretta distribuzione normale dei punteggi di scala prima di utilizzarli per le analisi successive.

Un secondo limite è legato alla tipologia di analisi dei dati utilizzati. Zhang ha utilizzato un modello di regressione lineare in cui gli stili di pensiero sono stati utilizzati come predittori di ciascuna delle tipologie di interessi del modello di Holland. Avendo utilizzato come strumento di rilevazione il SOLAT (che prevede risposte poste in alternativa) il rischio è che sia probabile la presenza di una forte collinearità tra i predittori che abbia influenzato i risultati.

Un successivo elemento a supporto della necessità di nuovi studi è dato dal fatto che Zhang ha utilizzato un campione di studenti cinesi di Hong Kong, e visto che sia gli interessi sia gli stili di pensiero sono sensibili alle influenze culturali è – a nostro avviso – necessario realizzare ulteriori verifiche trans-culturali.

Per questo motivo, l’obiettivo del presente studio è di replicare lo studio di Zhang (2006) cercando – per quanto possibile – di superare i limiti sopra citati.

In generale, l’ipotesi è che sia possibile identificare una relazione tra gli stili di pensiero (Destro, Sinistro e Integrato) e i sei tipi del modello di Holland (Realistico, Investigativo, Artistico, Sociale, Imprenditoriale e Convenzionale). Nello specifico che sia presente – come suggerito in letteratura – una correlazione positiva tra:

  • Lo stile Destro e il Tipo Artistico. In base a quanto indicato da Torrance (1987) e Mintzberg (1994) in relazione alla creatività del pensiero Destro.
  • Lo stile Sinistro e il tipo Convenzionale. Sulla base di quanto indicato da Torrance (1987) e Kirton (1987) riguardo il carattere conformista e analitico dei soggetti con un pensiero Sinistro.
  • Lo stile Integrato e il tipo Investigativo. Sulla base di quanto suggerito da Zhang e Sternberg (2006) in relazione al Tipo III in grado di adattare lo stile di pensiero al contesto.

Metodo

Partecipanti

Hanno partecipato alla ricerca 720 soggetti di età compresa tra i 21 e 34 anni con una media di 25 anni e un mese (d.s. 2 anni e 9 mesi) di cui il 50% femmine. Il 63,6% dei soggetti possiede il Diploma Scuola Superiore, il 25,6% la Laurea o un Diploma di laurea, il 4,9% il Diploma di Istituto Professionale, il 4,7% il Diploma di Scuola Media Inferiore (l’1,2% dei soggetti ha risposto “Altro”. Rispetto allo stato civile, il 93% del campione è celibe/nubile mentre il 6,8% è coniugato e lo 0,1% separato. Riguardo alla condizione occupazionale attuale, il 58,3% dei partecipanti alla ricerca sono studenti, il 34,6% occupati, il 6,2% in cerca di occupazione e lo 0,8% casalinghe. Del totale dei soggetti studenti, il 13,8% frequenta la facoltà di Medicina, il 12,4% Giurisprudenza, il 10,1% Lettere, l’8,4% Economia, il 5,6% Farmacia, il 4,2% Ingegneria, il 3,7% Sociologia, l’1,9% Scienze della Formazione, l’1,6% Scienze della Comunicazione, l’1,4% Architettura, e il restante 31,6% Altre facoltà. Sono residenti nel Lazio il 42,7% dei partecipanti, il 38,8% nella Campania, il 3,4% nella Sicilia e il 3,0% nell’Abruzzo (Il 12,1% è residente in altre regioni italiane).

Strumenti

Oltre a una scheda anagrafica, sono stati utilizzati 2 strumenti: Style of Learning and Thinking – (Torrance, 1987; adattamento italiano di Antonietti, Fabio, Boari, & Bonanomi, 2005) e Le preferenze per il futuro (Gore, 1996; adattamento italiano di Lent, Brown, Nota e Soresi, 2003).

Lo Style of Learning and Thinking (SOLAT) è un questionario finalizzato ad indagare le differenze individuali nello stile di pensiero. Lo strumento misura tre dimensioni: destro, sinistro e integrato. Per ciascuna delle 28 affermazioni sono riportate due alternative di risposta strutturate (una per lo stile “destro” e una per lo stile “sinistro”) e le alternative “entrambe” e “nessuna delle due” (che concorrono al punteggio dello stile “integrato”). Il punteggio di ciascuna dimensione è dato dal numero di risposte afferenti a ciascuno dei tre stili di pensiero.

Il questionario Preferenze per il futuro indaga il profilo orientativo di un soggetto sulla base del modello di Holland. Lo strumento è articolato in 4 scale (interessi professionali, Credenze di efficacia, Aspettative di risultato e Probabilità di realizzazione) di 42 item ciascuna. All’interno della ricerca è stata utilizzata esclusivamente la scala “Interessi professionali” dello strumento. La scala prevede una modalità di risposta su scala Likert a 10 passi (da 0= per nulla a 9= del tutto).  La scala fornisce indicazioni in relazioni alle 6 aree del modello di Holland: (R) Realistica, (I) Investigativa, (A) Artistica, (S) Sociale, (E) Imprenditoriale e (C) Convenzionale.

Procedura

I partecipanti sono stati contattati attraverso un campionamento by street svolto in prossimità dei principali atenei della città di Roma. Dopo aver fornito le informazioni di base sulla ricerca e in relazione al trattamento dei dati personali, a ciascun soggetto sono stati somministrati (in forma individuale) i due strumenti ed una scheda anagrafica. A tutti i soggetti è stata offerta la possibilità di ricevere tramite email una scheda sintetica del proprio profilo di interesse.

Analisi dei dati

Per entrambi gli strumenti utilizzati è stato calcolato il livello di attendibilità. Non essendo possibile utilizzare la tecnica dell’α di Cronbach per il SOLAT è stato deciso di utilizzare per entrambi gli strumenti la metodologia dello split-half dividendo lo strumento in due metà equivalenti. In seguito, per ciascuna dimensione e per ciascun soggetto è stato calcolato il punteggio totale. Sul gruppo di riferimento sono state calcolate la media, la devizione standard, l’indice di asimmetria e di curtosi per avere una panoramica quantitativa preliminare circa l’andamento delle diverse variabili per verificarne la sovrapponibilità con una distribuzione normale.

Per osservare i legami tra le tre dimensioni del SOLAT e le sei dimensioni della scala di Interessi professionali del questionario Preferenze per il futuro, è stata effettuata un’analisi correlazionale (coefficiente r di Pearson), in seguito l’analisi è stata replicata suddividendo il campione in base al genere.

Per ottenere una sintesi grafica del quadro correlazionale emerso, i dati sono stati sottoposti a una procedura di Scaling Multidimensionale non metrico. Nello specifico, è stata utilizzata la tecnica della Smallest Space Analysis (Guttman, 1968).A partire dall’analisi delle correlazioni tra gli item, la Smallest Space Analysis consente di individuare delle regioni continue nello spazio, in cui più è elevata la correlazione tra due item, minore sarà la loro distanza nello spazio euclideo n-dimensionale (Capanna, Vecchione, Schwartz, 2005). Per realizzare lo scaling multidimensionale è stato utilizzato il software FACET.

All’interno di ciascuno dei due strumenti utilizzati esistono delle forti correlazioni tra le scale che li compongono. Questo potrebbe – nell’analisi delle correlazioni – nascondere il contributo di ciascuna dimensione nello spiegare la variabilità dei punteggi delle dimensioni correlate. Inoltre, per il SOLAT esiste un problema di collinearità data dal fatto che le risposte sono poste in alternativa tra loro.

Per questi motivi, abbiamo realizzato una regressione multipla (metodo standard) utilizzando come predittori le dimensioni di “Le preferenze per il futuro” e come variabile criterio ciascuna delle tre dimensioni del SOLAT.

Per esplorare con maggiore accuratezza la relazione tra lo stile di pensiero e gli interessi si è fatto ricorso alla metodologia dei gruppi contrapposti. Per le tipologie di interessi incluse nelle ipotesi (Artistico, Convenzionale e Investigativo), dal campione totale dei soggetti sono stati selezionati – per ciascuna dimensione – due sottogruppi: a) soggetti con alti punteggi (superiori di una deviazione standard alla media); b) soggetti con bassi punteggi (inferiori di una deviazione standard alla media).

Per verificare la presenza di differenze tra questi due gruppi (sempre per ciascuna delle tre tipologie di interessi) rispetto ai tre stili di pensiero, è stata condotta una analisi della varianza multivariata con campioni indipendenti (MANOVA), mentre gli effetti univariati sono stati esaminati tramite test ANOVA.

Risultati

Analisi preliminari

È stato esplorato il livello di attendibilità degli strumenti attraverso la tecnica dello split-half. Tutte le scale dei due strumenti sembrano mostrare un buon livello di attendibilità (compreso tra 0,71 e 0,90). Per verificare la sovrapponibilità dei punteggi di scala con una distribuzione normale, sono stati calcolati l’indice di asimmetria e di curtosi. Tutti gli indici sono compresi tra -1 e 1 e indicano una sostanziale normalità distributiva dei punteggi.

Tabella 2 – Attendibilità e distribuzione dei punteggi

StrumentoScalaAttendibilitàMediad.s.Skewness*Kurtosis**
SOLATDestro,7219,844,610,283-0,266
Sinistro,7538,443,920,502-0,260
Integrato,7119,574,830,016-0,441
Preferenze per il futuroRealistico,82117,7113,810,649-0,697
Investigativo,87627,9717,060,098-0,988
Artistico,86529,7316,490,050-0,955
Sociale,88125,9215,050,004-0,884
Imprenditoriale,85426,0015,780,207-0,880
Convenzionale,90119,6418,700,628-0,948

* Errore standard = ,091; ** Errore standard = ,182

Analisi delle correlazioni

In relazione alla totalità dei soggetti emergono delle correlazioni positive tra la lateralizzazione destra e gli interessi  artistici (,209; p<.01), tra la lateralizzazione sinistra e gli interessi Imprenditoriali (,215; p<.01) e Convenzionali (,219; p<.01) e tra la lateralizzazione integrata e gli interessi Investigativi (,340; p.01).

Tabella 3 – Correlazioni

 SOLAT
TotaleMaschiFemmine
DxSxIntDxSxIntDxSxInt
R-,085*-,009,077*-,158**.165**-.018-.060  -.232**.240**
I-,246**-,120**,340**-.087-.093.170**  -.372**-.141**.470**
A,209**-213**-,025.274**-.256**-.040.175**-.161**-.044
S-,030,042,001.028.042-.065-.066.053.029
E-,180**,215**-,001-.044.251**-.175**-.325.172**.183
C-,275**,219**,082*-.149.219**-.059-.384**.217**.204

* Correlazione significativa per p<.05 (2 code); ** p<.01 (2 code)

Dividendo il campione in base al genere, sembrano confermate le tendenze generali ed emerge una correlazione positiva – valida solo per le femmine – tra gli interessi Realistici e la lateralizzazione integrata.

Scaling multidimensionale

Le analisi preliminari hanno indicato la bontà di una soluzione a due dimensioni che – per gli evidenti aspetti teorici – è la soluzione preferenziale per la verifica di relazioni con il modello esagonale di Holland.

Tabella 4 – Dimensioni dello scaling multidimensionale

Dimensioni2345
Kruskal-Stress Index.2734.3981.3321.3888

Il grafico di sintesi conferma la struttura esagonale del modello di Holland e una maggiore prossimità tra alcuni vertici dell’esagono e le tre modalità di lateralizzazione. In particolare, la maggiore prossimità si registra tra: Imprenditoriale e SinistroInvestigativo e Integrato e Artistico e Destro.

Regressione multipla

In relazione alla lateralizzazione destra, il coefficiente di regressione è significativo F(6,719)= 27,831; p<,01). Sono predittori positivi gli interessi Artistici e Realistici. Per la lateralizzazione sinistra il coefficiente è significativo (F(6,719)= 20,214; p<,01) e risultano essere predittori positivi gli interessi Convenzionali, Sociali e Imprenditoriali. In ultimo, anche per la lateralizzazione integrata il coefficiente è significativo (F(6,719)= 17,389; p<,01) e risulta essere l’interesse Investigativo l’unico predittore positivo.

Tabella 5 – Regressione multipla

DimensioneDestroSinistroIntegrato
BErr.Std.BetaBErr.Std.BetaBErr.Std.Beta
R,037,013,111*-,038,011-,134*-,005,014-,014
I-,075,010-,277*-,025,009-,111*,104,011,369*
A,092,012,330*-,071,011-,300*-,024,013-,082
S-,021,014-,069*,038,012,147*-,014,015-,043
E-,024,015-,082,030,013,121*-,003,016-,009
C-,040,013-,164*,034,011,160*,004,014,014
R,436,381,357
R2,190,145,128
R2 Corretto,183,138,120

* Indice B significativo per p<.05

Gruppi contrapposti

Con le modalità descritte nel paragrafo “Analisi dei dati” sono stati costituiti per tre tipologie di interessi (Artistico, Convenzionale e Investigativo) due gruppi: Basso punteggio e Alto punteggio.

Tabella 6 – Numerosità dei gruppi

DimensioneInvestigativoConvenzionaleArtistico
GruppoBassoAltoBassoAltoBassoAlto
N150145151155158151

Per tutte e tre le dimensioni di interessi: Artistico (F(3,305)=14,08; p<,01), Convenzionale (F(3,302)=19,78; p<,01) e Investigativo (F(1,291)=23,68; p<,01) il test MANOVA risulta significativo.

La scomposizione degli effetti univariati ha evidenziato che per i soggetti con alti punteggi per gli interessi Artistici si registrano punteggi più alti nel pensiero Destro e più bassi nel pensiero Sinistro. Coloro che hanno alti punteggi negli interessi Convenzionali hanno anche alti punteggi nel pensiero Sinistro e bassi nel pensiero Destro. I soggetti con alti punteggi negli interessi Investigativi hanno anche punteggi più alti nel pensiero Integrato e più bassi sia per il pensiero Destro sia per il pensiero Sinistro.

Discussione

L’analisi trasversale dei risultati sembrerebbe confermare le ipotesi di ricerca. In relazione alla prima ipotesi, sembra confermata l’esistenza di una relazione tra lo stile di pensiero Destro e gli interessi Artistici come ampiamente suggerito in letteratura (Torrance, 1987; Mintzberg, 1994). Anche la seconda ipotesi è confermata, in quanto sembrerebbe che il pensiero Sinistro sia legato ad interessi di tipo Convenzionale (Torrance, 1987; Kirton, 1987). La terza ipotesi, originata dagli studi di Zhang e Sternberg (2006) è anche essa confermata. Interessi di tipo investigativi sono legati a stili di pensiero integrati. In termini generali, l’analisi degli indici di regressione multipla, sembrano suggerire che la relazione tra stile di pensiero e interessi professionali sia in grado di spiegare una quota di varianza compresa tra il 12 e il 18%. In termini più qualitativi, il grafico risultato dallo scaling multidimensionale sembra confermare una possibile integrazione tra i due modelli teorici e sembrerebbe possibile le due teorie una all’interno dell’altra. Il modello esagonale di Holland potrebbe essere iscritto all’interno del modello degli stili di pensiero basato sulle tre tipologie di Zhang e Sternberg (2006).

Anche se in termini generali i risultati sono prossimi a quelli dello studio di Zhang (2006), tuttavia esistono delle differenze imputabili – probabilmente – alle caratteristiche culturali dei due diversi campioni (studenti italiani e studenti cinesi) e alle metodologie statistiche di analisi dei dati.

Conclusioni, limiti e sviluppi

Pur nei cambiamenti paradigmatici ed epistemologici che hanno interessato e interessano la Psicologia dell’Orientamento, gli interessi mantengono una posizione centrale all’interno del mutevole quadro delle “dimensioni centrali” del processo di scelta.

A distanza di cento anni, sembra ancora molto attuale l’indicazione di Parson (1909) circa i fattori da prendere in considerazione nel momento della scelta professionale: 1) una chiara comprensione di se stessi: delle proprie attitudini, abilità, interessi, ambizioni, risorse, limitazioni, e la conoscenza delle loro cause; 2) la conoscenza dei requisiti, delle condizioni di successo, dei vantaggi e degli svantaggi, delle opportunità e delle prospettive dei differenti ambiti lavorativi; 3) un’adeguata connessione fra questi due aspetti.

La metafora del “motoscafo” utilizzata da Strong (1943) chiarisce ulteriormente la centralità e l’importanza di una corretta esplorazione degli interessi all’interno di un approccio sistemico di orientamento. Un motoscafo perché possa tenere il mare abbisogna del motore, del combustibile, del timone e dello scafo. Il motore è l’equivalente delle attitudini, il combustibile della motivazione, il timone degli interessi, lo scafo, buono o cattivo, del carattere. La riuscita di una persona dipenderà dalle attitudini, dalle motivazioni, dagli interessi e dal carattere. In una prospettiva più moderna e life long, possiamo sostituire le attitudini con le competenze e la dimensione del carattere con l’autodeterminazione del soggetto.

Se gli interessi rappresentano una (se non “la”) dimensione centrale dell’orientamento è necessario e urgente porre al centro della ricerca scientifica di supporto alla Psicologia dell’Orientamento il ruolo, le funzioni e le dimensioni degli interessi. Se gli interessi, come sostiene Polacek (1989) si sviluppano all’interno dell’interazione tra individui e ambiente è quanto mai urgente indagare il peso delle variabili individuali (es. gli stili cognitivi o emotivi) e ambientali (es. ruolo dei pari e della famiglia) nel determinare la nascita, lo sviluppo e i cambiamenti degli interessi.

In realtà, molti di questi studi sono stati realizzati ma è urgente indagare l’interazione tra le diverse dimensioni, in modo tale da esplorare sia le cause, sia gli effetti. Inoltre, a nostro avviso, è necessario sviluppare modelli interpretativi innovativi che non si basino semplicemente su relazioni causali di tipo lineare ma che siano in grado di tenere in considerazione adeguata la complessità (probabilmente dovuta a relazioni non-lineari) del fenomeno e siano in grado di integrare più modelli teorici all’interno di meta-modelli complessi.

In questa direzione è nato e si è sviluppato il presente progetto di ricerca che ha voluto indagare – anche se utilizzando modelli puramente lineari – l’interazione tra dimensioni individuali (gli stili di pensiero) e gli interessi. I risultati sembrerebbero incoraggianti. Circa il 12-18% della varianza delle due dimensioni è spiegabile all’interno di una cornice unitaria che suggerisce la possibilità che una dimensione influenzi l’altra. Purtroppo, ed è questo uno dei principali limiti della presente ricerca, non è chiaro quale sia la causa e quale l’effetto. Se da una parte è pensabile che stili di pensiero di un certo tipo (di conseguenza, è probabile che esista anche una base fisiologica a questa relazione) possano – nel tempo – produrre particolari forme di interesse, è altrettanto probabile che l’attività svolta all’interno di alcuni contesti di studio e di lavoro, attraverso il meccanismo del rinforzo (Johnson & Gazzaniga, 1971) producano e sviluppino determinati stili cognitivi.

Oltre a non chiarire l’eventuale nesso causale tra le due dimensioni, il presente studio risente degli effetti dell’assenza di una vera e propria procedura di campionamento (es. per quote fisse sulla base degli interessi manifesti). Inoltre, sempre all’interno della procedura di campionamento non è stata tenuta in dovuta considerazione la variabile età.

A nostro avviso, la ricerca dovrebbe svilupparsi all’interno di tre dimensioni: 1) chiarire il nesso causale tra le due dimensioni, sviluppando ricerche di natura longitudinale; 2) esplorare con maggior dettaglio la presenza – o assenza – i differenze di genere all’interno della relazione tra stili di pensiero e interessi professionali; 3) esaminare il ruolo e la collocazione degli interessi sociali all’interno degli stili di pensiero. Infatti, l’analisi della letteratura sembrerebbe suggerire che gli interessi di tipo Sociale possano essere collocali all’interno dello stile di pensiero destro (Riding, 1991; Sadler-Smith & Riding, 1999) relazione che non sembra emergere dall’analisi dei dati in nostro possesso.

In termini più generali, sarebbe auspicabile che la relazione tra stili di pensiero e interessi fosse esplorata all’interno di un quadro sistemico che integri anche dimensioni come i valori, la motivazione e l’autodeterminazione.

[1] Non bisogna confondere le abilità con gli stili cognitivi. Mentre le prime sono unipolari e misurate in termini di performance, i secondi sono bipolari o multipolari e fanno riferimento alle modalità che caratterizzano tale performance.

[2] Secondo Gottfredson (1999) il modello di Holland ha rivoluzionato il discorso della consulenza di orientamento professionale nel mondo intero.

Gli assunti di base del modello di Holland sono tre:

  • Esistono sei tipi di personalità;
  • Esistono sei ambiti professionali;
  • Le persone ricercano ambienti che permettono di utilizzare competenze, di esprimere atteggiamenti, valori e incarichi piacevoli;

Pace e Sprini (2005) descrivono così i sei tipi:

Realistico: persone tendenzialmente dirette, naturali, con doti fisico-motorie; che preferiscono trattare argomenti concreti piuttosto che astratti; che evitano situazioni in cui sia fondamentale il contatto verbale; che amano utilizzare utensili ed attrezzi e che si descrivono come spontanei, tenaci, pratici.

Investigativo: coloro che hanno forti interessi verso la scienza e sono comunque incuriositi da attività di ricerca; che prediligono lavorare in modo indipendente; che non amano le attività ripetitive ed hanno un forte senso del dovere; che si descrivono come curiosi, analitici e riservati.

Artistico: preferisce situazioni poco strutturate dove sia possibile la libera espressione di se; è creativo, soprattutto in campo figurativo e musicale; che tende a valorizzare le qualità estetiche e che si reputa anticonformista, indipendente e intuitivo.

Sociale: ama prendersi la responsabilità di qualcuno; trova piacere nel lavorare in gruppo piuttosto the da solo; possiede abilità comunicative e non ha difficoltà a comunicare i propri sentimenti; che si percepisce amichevole, generoso, responsabile, comprensivo.

Intraprendente: ha capacita verbali adatte al convincimento altrui; è orientato verso attività the comportano rischio; ha una forte motivazione a raggiungere una posizione in posti di potere o generalmente ben remunerati: ha un alto senso pratico; si reputa aggressivo, simpatico, popolare e mostra avversione verso le attività scientifiche.

Convenzionale: preferisce gli ambienti ben ordinati; è efficiente nei compiti ben strutturati e tende a preferire relazioni umane non ambigue; si identifica con il potere e valorizza i possedimenti materiali. Si definisce efficiente, ordinato, accomodante.