Cosa succederà se mi lascio andare? Tendenza al regret e personalità

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Dettagli:

di Maria D’Alessio*, Andrea Laudadio** e Cinzia Giorgetta***
* Facoltà di Psicologia 1, Università Sapienza di Roma
** e-LABORANDO SpA – Area Ricerca & Sviluppo
*** Dipartimento di Scienze della Cognizione e Formazione – Università degli Studi di Trento.

Obiettivo dello studio è indagare la relazione tra tendenza al regret e personalità. A 1329 partecipanti  (41.76% maschi) sono stati somministrati il Big Five Questionnaire e la Tendency to fell regret – versione adulti. Le correlazioni confermano l’esistenza di una relazione tra tendenza al regret e personalità. La regressione ha evidenziato differenze di genere. Per entrambi i generi è un predittore inverso la perseveranza. I predittori della tendenza al regret per le femmine sono il controllo degli impulsi e l’apertura all’esperienza. Per gli uomini, i migliori predittori sono il controllo degli impulsi (ma in modo inverso rispetto alle donne) e il controllo delle emozioni. La tendenza al regret sembra essere, soprattutto per le donne, inseribile in un quadro di personalità.

Parole chiave: regret; tratti di personalità; Modello del Big Five.

Introduzione

La maggior parte delle scelte che compiamo prevedono un grado – più o meno alto – di incertezza in relazione all’esito. Per fronteggiare questa incertezza sviluppiamo aspettative e valutazioni che formeranno la base di tutti i successivi comportamenti (Olson, Roese, & Zanna, 1996).

Fare una scelta (dove andare in vacanza, quale carriera intraprendere, quale casa acquistare…) oltre a presentare per il soggetto un elevato carico cognitivo può rivelarsi un’esperienza intensamente emotiva. Prima di fare una scelta, le persone pensano intensamente alle opzioni disponibili e ai possibili risultati. In relazione a questi ultimi, i soggetti riflettono sulla loro probabilità e desiderabilità. Oltre alle emozioni provate al momento della scelta (ansia o paura di sbagliare) le persone provano emozioni in relazione agli esiti della scelta fatta. Una volta conosciuti i risultati le persone provano emozioni positive, se i risultati rispettano le loro aspettative, o emozioni negative, se i risultati sono inferiori alle aspettative.

In relazione a una scelta compiuta, se si pensa che l’opzione di scelta rifiutata o un’altra azione non compiuta avrebbero potuto generare esiti migliori si prova regret (Zeelenberg, van Dijk, Manstead, & van der Pligt, 2000). Il regret è definibile come un’emozione controfattuale comportamento-focalizzata, in quanto deriva da un processo di confronto fra “cosa è…” e “cosa poteva essere se…”, e più precisamente deriva dal confronto fra il risultato fattuale della decisione presa e il risultato controfattuale che si sarebbe potuto avere se la scelta fosse stata diversa (Zeelenberg et al. 1998).

Tra tutte le emozioni il regret è una delle più frequenti nel linguaggio quotidiano e la più frequente fra le emozioni negative (Shimanoff, 1984). Ciascuna scelta che – quotidianamente – facciamo produce una quota di regret (Festinger & Walster, 1964) e – per questo motivo – il regret è considerato l’emozione più importante in relazione alle scelte (Bell, 1982, 1985).

Dai primi anni ’80 sono state sviluppate diverse teorie sul ruolo del regret nella presa di decisione. In queste teorie il regret è definito come una reazione psicologica al fare una scelta sbagliata, dove l’errore è valutato sulla base del risultato attuale, piuttosto che dalle informazione disponibili nel momento in cui si fa una scelta (Bell, 1982). Il regret deriva dal confronto fra il risultato attuale e quello che si sarebbe potuto ottenere se si fosse scelta l’opzione che invece è stata rifiutata (Loomes & Sugden, 1982). Pertanto – secondo la Regret Theory – ogni scelta è guidata dal tentativo di minimizzare il possibile regret futuro (Bell, 1982; Loomes & Sudgen, 1982). Recentemente, Zeelenberg et al. (2000) hanno proposto la teoria dell’Utilità attesa generalizzata in cui gli autori postulano che le persone fanno le scelte cercando di massimizzare l’utilità attesa, evitare le emozioni negative post-decisionali, e si impegnano per ottenere solo emozioni positive.

Strategie per la riduzione del regret

Secondo Janis e Mann (1977) pensare al momento della scelta al possibile regret porta a fare scelte razionali in quanto – nel tentativo di evitarlo – le persone pensano in modo molto elaborato prima di prendere delle decisioni. Solitamente, provare regret porta a pensare più intensamente all’errore fatto, a sentire di più di doversi punire e di correggere l’errore, al desiderio di superare l’evento e a sperare di avere una seconda possibilità (van Dijk, van der Pligt, & Zeelenberg, 1999).

I soggetti che tendono ad anticipare l’emozione di regret sono più inclini  a fare delle scelte convenzionali che, di conseguenza, comportano una minore responsabilità sociale. Più in generale, sembrerebbe che la riduzione della responsabilità sia una strategia di protezione dal regret (Shefrin & Statman, 1986). Numerosi studi hanno dimostrato come il mantenimento dello status quo rappresenti un’ottima strategia per evitare il regret (Ritov & Baron, 1990).

Ad esempio, nel caso che una famiglia scelga un posto sbagliato in cui trascorrere le vacanze il regret è minore se il posto della vacanza è quello solitamente scelto e non se i soggetti avevano scelto, per quella volta, di trascorrere la vacanza in un posto diverso (Landman, 1987). Inman e Zeelenberg (2002) hanno dimostrato che non sempre il mantenimento dello status quo risulta essere la scelta migliore e che determinanti, nella presa di decisione e nel regret che ne può seguire, sono le motivazioni per le quali una persona ha fatto una scelta anziché un’altra.

Ci sono anche altre strategie per mezzo delle quali le persone cercano di evitare regret: evitare di prendere delle decisioni (Beattie, Baron, Hershey, & Spranca, 1994); ritardare la decisione in modo da poter raccogliere più informazioni possibili rilevanti per la decisione e fare così una scelta migliore (Gilovich & Medvec, 1995); abbassare le proprie aspettative mettendo così in dubbio la possibilità di ottenere il risultato desiderato e intensificare i propri sforzi al fine di raggiungere tale risultato (Armor & Taylor, 1998; Sheppered, Ouellette, & Fernandez, 1996).

Obiettivo e ipotesi

Da una lettura trasversale della letteratura presentata è possibile fare alcune considerazioni. La prima – più di natura metodologica – è la predominanza, pressoché assoluta, di studi e ricerche in relazione al regret di natura sperimentale. La gran parte delle ricerche presentate si è concentrata sullo studio del regret in relazione a situazioni reali o artificiali specifiche, tralasciando il ruolo che le dimensioni individuali possano giocare nel determinare i diversi livelli di regret. Anche se in molti casi si fa riferimento a un regret nella vita quotidiana, ci si riferisce sempre a situazioni specifiche legate a una scelta situazionale. La seconda – più di natura teorica – è causa e conseguenza della precedente. Sembrerebbe che il regret venga esplorato come una dimensione hic et nunc all’interno del processo decisionale. Si ritiene, che parallelamente a questa dimensione specifica della decisione, esista una vera e propria tendenza al regret. In altri studi è stato evidenziato come sia possibile identificare chiaramente il costrutto della tendenza al regret (Laudadio, Amendola, Giorgetta, & Lolli, 2007; Laudadio, Giorgetta, Baumgartner, & Amendola, 2007). Seguendo questa impostazione, si ritiene opportuno esplorare “come” e “quanto” la tendenza al regret sia inseribile all’interno di un quadro di personalità.

Per questo motivo, l’obiettivo generale alla base del presente studio è quello di verificare se sia sostenibile una relazione tra personalità e tendenza al regret. L’ipotesi specifica è che la tendenza al regret sia in relazione con la dimensione della stabilità emotiva, ovvero che all’aumentare della stabilità emotiva diminuisca il regret. Si ritiene che il quadro possa però essere molto più complesso di quanto dichiarato in fase di ipotesi e che sia possibile evidenziare differenze significative in relazione al genere. Per questo motivo, verranno esplorate le differenze di genere all’interno del quadro generale della relazione tra personalità e tendenza al regret. In ultimo, si intende identificare quali siano le caratteristiche di personalità che distinguono – qualora fosse possibile – soggetti con una bassa e un’alta tendenza al regret.

Metodo

Partecipanti

Essendo lo scopo della ricerca quello di effettuare una verifica su una ipotesi di natura correlazionale – e non di trarre inferenze dal campione alla popolazione di riferimento – si è convenuto di utilizzare un campione accidentale di convenienza. Hanno partecipato alla ricerca 1329 soggetti, il 41.76% maschi e il 58.23% femmine. L’età media del campione era di 38 anni e 4 mesi (con una Deviazione Standard di 15 anni e 3 mesi)[1]

Strumenti

Sono stati utilizzati due strumenti: il Big Five Questionnaire e la Ten.Reg. – Tendency to fell regret versione adulti (Laudadio & Giorgettain press). Ovviamente, è stata inserita anche una scheda introduttiva per raccogliere informazioni socio-anagrafiche che consentissero una puntuale descrizione del campione, ossia: genere, età, stato civile, provincia di residenza, titolo di studio e condizione occupazionale.

Big Five Questionnaire (Caprara, Barbaranelli, & Borgogni, 1993): costituito da 132 item con formato di risposta a 5 posizioni (da 1 = assolutamente falso per me a 5 = assolutamente vero per me), con lo scopo di misurare la personalità in relazione a cinque grandi fattori, ognuno dei quali composto da 2 sottodimensioni. Il fattore Energia fa riferimento ai medesimi aspetti che in letteratura vengono ricondotti all’Estroversione, ed è definita dalle due sottodimensioni Dinamismo e Dominanza (la prima tende a misurare aspetti che riguardano comportamenti energici e dinamici, la facilità di parola e l’entusiasmo; la seconda tende a misurare aspetti connessi con la capacità di imporsi, di primeggiare, di far valere la propria influenza sugli altri). Un item esemplificativo di questa dimensione è: “Mi sembra di essere una persona attiva e vigorosa”. Il fattore Amicalità fa riferimento alle dimensioni comunemente indicati come Gradevolezza o Amicalità vs Ostilità. Tale dimensione è definita dalle due sottodimensioni di Cooperatività/Empatia e Cordialità/Atteggiamento Amichevole (la prima tende a misurare aspetti più legati al saper capire e venire incontro alle necessità e agli stati di bisogno degli altri, alla capacità di cooperare efficacemente con gli altri; la seconda misura aspetti più collegati con l’affidabilità e l’apertura verso gli altri). A titolo di esempio, un item che caratterizza questa dimensione è: “Se necessario, non mi tiro indietro dal dare aiuto a sconosciuti”. Il fattore Coscienziosità fa riferimento alla Capacità di autoregolazione/autocontrollo. Uno degli item che compongono questa scala è: “Di solito curo ogni cosa nei minimi particolari”. Tale dimensione è definita dalle due sottodimensioni Scrupolosità e Perseveranza (la prima tende a misurare aspetti che riguardano l’affidabilità, la cura di ogni cosa nei minimi particolari, l’amore dell’ordine; la seconda misura aspetti che si riferiscono alla persistenza e alla tenacia nel portare a compimento i compiti e le attività intraprese, e nel non venire meno agli impegni presi). Il fattore Stabilità Emotiva fa riferimento alle caratteristiche della gestione delle emozioni. Tale dimensione è definita dalle sottodimensioni  Controllo dell’emozione e Controllo degli impulsi (la prima tende a misurare soprattutto aspetti che riguardano il controllo degli stati di tensione connessi all’esperienza emotiva; la seconda misura gli aspetti che si riferiscono alla capacità di mantenere il controllo del proprio comportamento anche in situazioni di disagio, conflitto e pericolo). Uno degli item che costituiscono questa dimensione è: “Di solito non mi capita di reagire in maniera esagerata anche a forti emozioni”. Il fattore Apertura mentale fa riferimento alla dimensione dell’apertura all’esperienza, della cultura e dell’intelletto. Un item esemplificativo di questa dimensione è: “Ogni novità mi affascina”. Tale dimensione è definita dalle due sottodimensioni Apertura alla cultura e Apertura all’esperienza (la prima tende a misurare gli aspetti che riguardano l’interesse a tenersi informati, l’interesse nei confronti della lettura, l’interesse ad acquisire conoscenze; la seconda misura aspetti dell’Apertura mentale che si riferiscono a una disposizione favorevole nei confronti delle novità, alla capacità di considerare ogni cosa da più prospettive, a una apertura favorevole nei confronti dei valori, stili, modi di vita e culture diverse.

La stabilità della soluzione fattoriale ottenuta utilizzando le 10 sottoscale è stata esaminata calcolando il coefficiente di congruenza (Gorsuch, 1983), i coefficienti medi di congruenza sono pari a .97 per il primo fattore (Stabilità emotiva), .96 per il secondo (Energia), .96 per il terzo (Amicalità), .91 per il quarto (Apertura mentale) e .87 per il quinto (Coscienziosità). L’attendibilità delle scale e sottoscale è stata esaminata mediante il coefficiente alpha di Cronbach (con punteggi che oscillano da .60 a .90) e mediante il metodo test-retest (con punteggi che oscillano da .68 a .87). La validità esterna dello strumento è ampiamente comprovata e valutata in relazione ad esempio a: NEO-PI-R (Costa & McCrae, 1992) e Comrey Personality Scales (CPS, Comrey, 1991).

Ten.Reg. – Tendency to fell regret – versione adulti (Laudadio & Giorgetta,  in press) è l’adattamento per adulti della versione per adolescenti (Laudadio et al., 2007). La versione per adulti è monofattoriale (in grado di spiegare il 52% della varianza) e costituita da 8 item con formato di risposta a 5 posizioni (da 1 = per niente a 5 = perfettamente), con lo scopo di misurare quanto un soggetto ricorra sia a dimensioni cognitive del regret, ovvero la tendenza all’uso dell’euristica del ragionamento controfattuale che all’aspetto emotivo del regret, ovvero alla tendenza alla valutazione negativa di una scelta fatta. Un item esemplificativo di questa scala è: Penso spesso “Ah, se mi fossi comportato/a in maniera diversa, questo non sarebbe accaduto!”. L’attendibilità della scala è stata esaminata mediante il coefficiente alpha di Cronbach risultato buono e pari a .87. La validità esterna dello strumento è stata rilevata utilizzando la subscala Doubting-ruminating del Maudsley Obesessional-Compulsive Questionnaire (MOCQ) messo a punto da Hodgson e Rachman (1977) a fini di indagine clinica nell’ambito dei disturbi ossessivo-compulsivi; e lo strumento “Io di fronte alle situazioni di lavoro” (Grimaldi, Ghislieri, & Montalbano, 2006) finalizzato a rilevare le strategie di coping.

Procedura

La procedura utilizzata prevedeva la somministrazione dei due questionari, da compilare in modo anonimo dai soggetti che aderivano alla ricerca. La rilevazione dei dati è stata svolta nei mesi di settembre, ottobre e dicembre del 2006.

Analisi dei dati

Preliminarmente è stata sondata la coerenza interna di ciascuno dei due strumenti attraverso la rilevazione dell’α di Cronbach per l’attendibilità. Per il BFQ è stato calcolato l’indice di attendibilità per tutte le sottoscale. Sul gruppo di riferimento sono state calcolate la media, la deviazione standard, l’indice di asimmetria e di curtosi per avere una panoramica quantitativa preliminare circa l’andamento delle diverse variabili per verificarne la sovrapponibilità con una distribuzione normale.

Per osservare i legami tra le dimensioni di personalità e la tendenza al regret è stata effettuata un’analisi correlazionale (coefficiente r di Pearson). Per entrambi i questionari sono stati calcolati i punteggi totali per ogni soggetto per ciascuna sottoscala. Le misure ottenute sono state analizzate nelle loro rispettive correlazioni attraverso una matrice che correla le scale e le sottoscale del BFQ con la tendenza al regret. L’analisi è stata replicata suddividendo il campione sulla base del genere.

Per valutare il grado di influenza della dimensione di personalità sulla tendenza al regret è stata eseguita un’analisi della regressione lineare. La tendenza al regret è stata utilizzata come variabile indipendente e le sottoscale del BFQ come variabile dipendente.

Per esplorare con maggiore accuratezza la relazione tra personalità e tendenza al regret si è fatto ricorso alla metodologia dei gruppi contrapposti. Dal campione totale dei soggetti sono stati selezionati due sottogruppi di soggetti: a) soggetti con elevato livello di tendenza al regret con punteggi totali maggiori di una deviazione standard dalla media del campione; b) soggetti con basso livello di tendenza al regret con punteggi inferiori di una deviazione standard rispetto la media del campione. Per verificare la presenza di differenze tra questi due gruppi rispetto alle dimensioni di personalità misurate dallo strumento è stata condotta un’analisi della varianza multivariata con campioni indipendenti (MANOVA). Gli effetti univariati sono stati scomposti attraverso il test ANOVA.

Risultati

Statistiche descrittive

In primo luogo sono stati esplorati i prerequisiti necessari per poter realizzare le analisi successive: attendibilità e normalità distributiva.

Tabella 1

Attendibilità e distribuzione delle scale e delle sottoscale

 AlphaMDSSkewnessKurtosis
Scale
Energia.8071.7911.45-.40.25
Amicalità.7170.818.49.14.28
Coscienziosità.8079.269.35.13.10
Stabilità emotiva.8865.4012.81-.64.01
Apertura mentale.7375.359.72-.33-.28
Regret.8622.086.52.71.08
Sottoscale
Dinamismo.7237.557.24-.30-.08
Dominanza.7534.245.74.16.21
Cooperatività.6334.265.03.17-.21
Cordialità.6336.555.24.23.40
Scrupolosità.7738.625.88-.29-.11
Perseveranza.7440.645.59.21.38
Controllo emozioni.8533,016,96-,49-.20
Controllo impulsi.8432,387,16-.36.21
Apertura cultura.6737,905,18.17-.39
Apertura esperienza.6837,446,81-.66.73

Per quanto riguarda le cinque scale del BFQ, gli indici di attendibilità risultano buoni e compresi tra .73 e .88. In relazione alle 10 sottoscale del BFQ gli indici risultano sufficienti e compresi tra .63 e .71. La scala della tendenza al regret fa registrare un livello di affidabilità molto buono paria a .86. L’analisi delle distribuzioni dei punteggi di scala indicano la pressoché sovrapponibilità rispetto a una distribuzione gaussiana. Gli indici di asimmetria e curtosi sono infatti tutti compresi tra 1 e -1.

Analisi delle correlazioni

Dalla lettura della matrice di correlazione emergono delle correlazioni significative tra alcune delle cinque dimensioni di personalità e la tendenza al regret.

In relazione alla totalità dei soggetti del campione, la tendenza al regret correla in modo statisticamente significativo con il fattore Energia (r = -.34, p < .01), Stabilità emotiva (r = -.38,  p < .01) e Apertura mentale (r = -.39, p < .01), tutte le correlazioni sono inverse. Suddividendo il campione in base al genere si osservano alcune differenze. Mentre per le femmine rimangono significative le correlazioni tra tendenza al regret e Energia (r = -.46, p < .01), Stabilità emotiva (r = -.52,  p < .01) e Apertura mentale (r = -.48, p < .01), alle quali si aggiunge la debole ma statisticamente significativa correlazione con l’Amicalità (r = -.11, p < .01), per i maschi restano significative solo le correlazioni con il fattore Energia (r = -.09, p < .05) e Apertura mentale (r = -.21, p < .01) ai quali si aggiunge la correlazione con la Coscienziosità (r = -.11, p < .01).

Anche in relazione alle sottodimensioni del BFQ emergono delle correlazioni significative.

Tabella 2

Matrice delle correlazioni per l’intero campione

 1234567891011
1 Rimpianto          
2 Dinamismo-.33**         
3 Dominanza-.26**.55**        
4 Cooperatività.04.17**-.26**       
5 Cordialità-.08**.22**-.11**.37**      
6 Scrupolosità.11**-.05-.26**.22**.08**     
7 Perseveranza-.20**.43**.23**.30**.12**.33**    
8 Controllo emozioni-.38**.20**.28**-.21**.08**-.21**-.05   
9 Controllo impulsi-.31**.12**.07**-.09**.36**-.07*-.13**.65**  
10 Apertura cultura-.22**.38**.28**.27**.07*.17**.47**-.02-.03 
11 Apertura esperienza-.39**.70**.49**.15**.26**-.18**.27**.23**.17**.30**

Nota. N = 1329. * p < .05. ** p <.01. (2 code).

In relazione alla totalità dei soggetti del campione, la tendenza al regret correla in modo statisticamente significativo con tutte le dimensioni di personalità ad eccezione della Cooperatività, anche se non sempre con un indice di correlazione robusto. Nello specifico, le correlazioni statisticamente significative si registrano in relazione alle sottodimensioni: Dinamismo (r = -.33, p < .01), Dominanza (r = -.26, p < .01), Cordialità (r = -.83, p < .01), Scrupolosità (r = -.11, p <. 01), Perseveranza (r = -.20, p < .01), Controllo delle Emozioni (r = -.38, p < .01), Controllo degli impulsi (r = -.31, p < .01), Apertura alla cultura (r = -.22, p < .01) e Apertura all’esperienza (r = -.39, p < .01).

Tabella 3

Matrice delle correlazioni per il sottocampione delle femmine

 1234567891011
1 Rimpianto          
2 Dinamismo-.48**         
3 Dominanza-.32**.62**        
4 Cooperatività.04.12**-.27**       
5 Cordialità-.21**.35**.09*.28**      
6 Scrupolosità.14**-.22**-.32**.11**.00     
7 Perseveranza-.19**.39**.15**.34**.14**.34**    
8 Controllo emozioni-.45**.33**.35**-.17**.27**-.31**-.10**   
9 Controllo impulsi-.50**.27**.23**-.09*.42**-.17**-.12**.69**  
10 Apertura cultura-.27**.38**.25**.25**.14**.15**.46**.02.04 
11 Apertura esperienza-.47**.78**.53**.18**.35**-.25**.22**.32**.26**.30**

Nota. n = 774. * p < .05. ** p <.01. (2 code).

Tabella 4

Matrice delle correlazioni per il sottocampione dei maschi

 1234567891011
1 Rimpianto          
2 Dinamismo-.03         
3 Dominanza-.13**.42**        
4 Cooperatività-.02.33**-.19**       
5 Cordialità.07.07-.32**.44**      
6 Scrupolosità.05.21**-.15**.29**.14**     
7 Perseveranza-.24**.53**.38**.25**.07.31**    
8 Controllo emozioni-.18**-.12**.04-.13**-.11*.00.07   
9 Controllo impulsi.13**-.25**-.30**.00.34**.13**-.14**.50**  
10 Apertura cultura-.18**.39**.34**.30**-.01.20**.50**-.09*-.16** 
11 Apertura esperienza-.17**.52**.37**.21**.18**-.01.43**-.12**-.17**.35**

Nota. n = 555. * p < .05. ** p <.01. (2 code).

La suddivisione in base al genere indica profonde differenze. Per le femmine si registrano correlazioni statisticamente significative in relazione alle sottodimensioni: Dinamismo (r = -.48 p <. 01), Dominanza (r = -.32, p < .01), Cordialità (r = -..21, p < .01), Scrupolosità (r = -.14, p < .01), Perseveranza (r = -.19, p <. 01), Controllo delle Emozioni (r = -.45, p < .01), Controllo degli impulsi (r = -.50, p < .01), Apertura alla cultura (r = -.27, p < .01) e Apertura all’esperienza (r = -.47, p < .01). Per i maschi le correlazioni statisticamente significative riguardano esclusivamente le dimensioni: Dominanza (r = -.13, p < .01), Perseveranza (r = -.24, p <. 01),Controllo delle Emozioni (r = -.18, p < .01), Controllo degli impulsi (r = -.13, p < .01), Apertura alla cultura (r = -.18, p < .01) e Apertura all’esperienza (r = -.17, p < .01).

Analisi delle regressioni

Essendo le scale di personalità correlate tra loro (Caprara et al., 1993), l’analisi delle correlazioni può nascondere il contributo di ciascuna dimensione nello spiegare la variabilità dei punteggi nella tendenza al regret. Per questo scopo è stata realizzata una regressione multipla – effettuata con il metodo standard – utilizzando come predittori le sottoscale di personalità e come variabile criterio la tendenza al regret. La scelta di utilizzare come predittori le sottoscale e non le scale è dettata dalla necessità di avere un quadro il più possibile definito e soprattutto legato al fatto che l’analisi delle correlazioni ha evidenziato come le sottodimensioni di alcune dimensioni rivelassero un quadro in controtendenza tra loro, ad esempio le sottodimensioni della Scrupolosità e della Perseveranza per le femmine. Inoltre, tenendo conto del diversificato quadro correlazionale emerso dalla fase precedente e dell’intenzione di analizzare la presenza di eventuali differenze di genere, è stato ritenuto opportuno realizzare l’analisi suddividendo il campione in base al genere.

Tabella 4 – Regressioni multiple della personalità sulla tendenza al regret per il sottocampione delle femmine (n = 774)

 BSEBßp
1 Dinamismo-.13.05-.14.007
2 Dominanza.17.05.14.001
3 Cooperatività.20.05.14.001
4 Cordialità.18.05.13.001
5 Scrupolosità.06.04.05.145
6 Perseveranza-.22.05-.18.001
7 Controllo emozioni-.10.04-.10.012
8 Controllo impulsi-.35.04-.40.001
9 Apertura cultura-.18.05-.13.001
10 Apertura esperienza-.25.04-.28.001
Multiple R =  .67
R²=  .25
Adjusted R² = .44

Tabella 5 – Regressioni multiple della personalità sulla tendenza al regret per il sottocampione dei maschi (n = 555)

 BSEBßp
1 Dinamismo.19.05.22.001
2 Dominanza.05.06.05.359
3 Cooperatività-.01.06-.01.812
4 Cordialità-.03.06-.03.598
5 Scrupolosità.05.04.06.181
6 Perseveranza-.22.06-.21.001
7 Controllo emozioni-.34.05-.33.001
8 Controllo impulsi.30.06.30.001
9 Apertura cultura-.12.05-.11.019
10 Apertura esperienza-.19.06-.16.001
Multiple R =  .43
R²=  .19
Adjusted R²=  .17

In relazione alle femmine, il coefficiente di regressione multipla risulta significativo (F(10, 771) = 62.82,  p < .001). Contribuiscono alla spiegazione della tendenza al regret le dimensioni del Dinamismo, Dominanza, Cooperatività, Cordialità, Perseveranza, Controllo delle Emozioni, Controllo degli impulsi, Apertura alla cultura, Apertura all’esperienza.

Anche per quanto riguarda i maschi, il coefficiente di regressione multipla risulta significativo (F(10, 554) = 12.52, p < .001). Contribuiscono alla spiegazione della tendenza al regret il Dinamismo, la Perseveranza, il Controllo delle emozioni, il Controllo degli Impulsi e l’Apertura all’esperienza.

Differenze di personalità tra soggetti con alta e bassa tendenza al regret

Sono stati costituiti due gruppi (ricorrendo alle modalità descritte nel paragrafo “Analisi dei dati”): bassa tendenza al regret e alta tendenza al regret.

Tabella 6 – Composizione dei due gruppi

RegretFemmineMaschiTotale
Basso118102220
Alto117106223

Il gruppo con basso regret è costituito da 220 soggetti (di cui 118 femmine) mentre il gruppo con alto regret è costituito da 223 soggetti (di cui 117 femmine). Il test χ2 eseguito sulla tabella precedente non evidenzia differenze significative nella composizione dei due gruppi in relazione al genere χ2 (1, N = 443) = .61 (p = .805).

Di conseguenza, è stata realizzata una MANOVA con una variabile indipendente (Gruppo di regret) e le 10 dimensioni di personalità come variabili dipendenti. La MANOVA ha evidenziato l’effetto principale del fattore gruppo (F(10, 432) = 27.57, p < .001).

Nella Tabella 7 si mostrano le statistiche descrittive dei due sottocampioni e i risultati della scomposizione degli effetti univariati.

Tabella 7 – Differenze di personalità tra gruppi con alta o bassa tendenza al regret

ScalaRegretMDSF(1, 441)p
DinamismoBasso39.486.0375.16.001
Alto33.268.81
DominanzaBasso36.086.2457.54.001
Alto31.406.72
CooperativitàBasso34.505.49.22.632
Alto34.745.05
CordialitàBasso34.556.15.00.951
Alto34.585.06
ScrupolositàBasso38.375.7714.79.001
Alto40.365.13
PerseveranzaBasso42.665.4674.03.001
Alto38.714.14
Controllo emozioniBasso34.237.0863.54.001
Alto28.468.11
Controllo impulsiBasso31.646.5314.98.001
Alto28.5210.04
Apertura culturaBasso40.505.1387.52.001
Alto36.314.27
Apertura esperienzaBasso39.805.17109.68.001
Alto32.329.28

Discussione e Conclusioni

L’analisi delle correlazioni ha evidenziato un legame tra personalità e tendenza al regret, ma con profonde differenze in relazione al genere. Il quadro emerso dall’analisi delle correlazioni ha immediatamente suggerito la necessità di un’analisi tramite la regressione multipla, utilizzando le dimensioni di personalità come predittori e la tendenza al regret come variabile criterio. Da questa analisi sono emerse delle interessanti indicazioni.

In primo luogo, l’analisi delle regressioni multiple, ha evidenziato profonde differenze di genere nella relazione tra personalità e tendenza al regret. Infatti, se per le donne, la regressione multipla è in grado di spiegare una quota cospicua di varianza (44%), questa scende sensibilmente (17%) per i maschi. Sembrerebbe quindi, che mentre per le femmine la tendenza al regret sia inseribile in buona misura in un quadro di personalità, per i maschi è invece in relazione ad altri fattori. In particolare, i migliori predittori della tendenza al regret per le femmine sono il controllo degli impulsi e l’apertura all’esperienza. Donne con bassa apertura all’esperienza e una ridotta capacità di controllare gli impulsi andrebbero incontro a una maggiore tendenza al regret. Per gli uomini, i migliori predittori sono il controllo degli impulsi (ma questa volta in modo inverso rispetto alle donne) e il controllo delle emozioni. Per entrambi i generi è un predittore inverso la perseveranza. La stessa situazione si rintraccia per la dimensione del dinamismo, sono le donne meno dinamiche a provare più regret mentre per gli uomini accade il contrario, ovvero, sono gli uomini più dinamici a provare maggior regret.

Tra i soggetti con bassa e alta tendenza al regret emergono delle differenze significative in relazione a ben 4 delle dimensioni di personalità rispetto alle 5 su cui si basa il modello del Big Five. Infatti, è esclusivamente la dimensione dell’Amicalità (nelle due componenti: Cooperatività e Cordialità) a non presentare differenze significative nei due gruppi.

Sebbene sembrerebbe confermata la relazione tra tendenza al regret e personalità, in particolare in relazione al ruolo del controllo delle emozioni e degli impulsi, il quadro emerso è più complesso rispetto a quanto descritto in sede di ipotesi. Infatti, sembrerebbe che la personalità giochi un ruolo maggiore – nel determinare la tendenza al regret – nelle donne piuttosto che negli uomini e che tra i due generi sia possibile identificare relazioni profondamente diverse in relazione ad alcune dimensioni di personalità.

Nello specifico, per entrambi, non essere perseveranti e non aver un buon controllo delle emozioni sembrerebbero essere dei predittori della tendenza al regret, ma rispetto al controllo degli impulsi, per le femmine il regret è legato al non trattenersi, mentre per i maschi al trattenersi troppo. Sembrerebbe quindi che il regret femminile sia legato al lasciarsi andare “troppo”, mentre per i maschi – al contrario – al non lasciarsi andare. Similmente, anche per il dinamismo si rintraccia una situazione simile. Le donne meno dinamiche provano più regret mentre sono gli uomini più dinamici a provare maggior regret.

Questo quadro richiederebbe ulteriori verifiche empiriche, in particolare sarebbe necessario esplorare se, in relazione al genere, esistano differenze rispetto alle situazioni che producono minore o maggiore regret. Si potrebbe ipotizzare che i maschi provino maggior regret al ricordo di situazioni in cui si sono trattenuti in modo eccessivo mentre le femmine – al contrario – in cui non si sono trattenute. Al contempo, i maschi potrebbero provare maggior regret pensando a situazioni in cui si sono lasciati trasportare dal loro dinamismo –  facilità di parola o entusiasmo – mentre le femmine per situazioni in cui non lo hanno mostrato.

Rispetto alla bassa e alta tendenza al regret, i  soggetti con alta tendenza al regret sembrerebbero avere minore Apertura Mentale, minore Stabilità Emotiva e minore Energia. Rispetto alla Coscienziosità, i soggetti con alta tendenza al regret risultano essere più scrupolosi ma meno perseveranti. La tendenza al regret sembrerebbe associata a una maggiore scrupolosità e a una minore perseveranza. In altre parole, il regret potrebbe essere legato al non aver insistito, ma – al tempo stesso – all’essere stati troppo scrupolosi, forse in relazione a situazioni in cui nonostante la cura dei minimi particolari le cose non sono andate come desiderato. Oppure, i soggetti troppo scrupolosi si soffermano – successivamente a una scelta – ad analizzare troppo la scelta fatta.

In termini applicativi, il regret rappresenta una dimensione strategica nell’ambito del counseling. Come detto in premessa, un’eccessiva tendenza al regret può condurre i soggetti a fare delle scelte eccessivamente convenzionali per minimizzare i rischi. In ambito orientativo, potrebbe accadere che un soggetto non segua le sue naturali aspirazioni proprio per paura del regret insito in questa scelta. Il presente contributo, evidenziando interessanti differenze di genere, potrebbe essere di aiuto per coloro che decidano di inserire il regret all’interno delle proprie attività di counseling offrendo modalità di supporto diverse in relazione ai due diversi generi.

La ricerca presenta i limiti tipici di uno studio correlazionale su un campione accidentale di convenienza e – probabilmente – la cospicua numerosità dei soggetti contribuisce a evidenziare un numero eccessivo di livelli di significatività, anche se le descrizioni preliminari hanno confermato la completa adeguatezza degli strumenti per una ricerca di questo tipo (normalità e attendibilità). Il limite principale è legato alla MANOVA realizzata, che pecca dell’alta collinearità registrabile tra le diverse dimensioni di personalità. In ultimo, lo strumento utilizzato per la misurazione del regret, nel suo adattamento per adulti, non consente di distinguere (come nella versione per adolescenti) tra le diverse dimensioni della tendenza al regret, ovvero dimensione cognitiva ed emozionale.

Lo sviluppo della ricerca sarà duplice. Da una parte continuare lo studio della tendenza al regret definendola all’interno di un quadro omogeneo di relazioni con altre variabili e costrutti (come ad esempio il coping, l’attribuzione causale e gli stili decisionali) dall’altro tentare di replicare gli esperimenti tradizionali nello studio del regret introducendo come dimensione di bilanciamento dei campioni anche la tendenza al regret (alta o bassa). Si ritiene che sia possibile che la tendenza al regret sia in grado di spiegare una quota di varianza anche dove il regret sembrerebbe essere esclusivamente di natura situazionale. In particolare, è ipotizzabile che questo avvenga più probabilmente per le donne, per le quali, come è stato mostrato il regret è in ampia parte spiegabile in relazione alle dimensioni di personalità. In ultimo, proprio per avere indicazioni sul peso della dimensione emozionale e cognitiva del regret, si ritiene opportuno replicare il presente studio anche con adolescenti, in modo tale da poter utilizzare la versione per adolescenti dello strumento che discrimina tra l’aspetto cognitivo del regret, ovvero la tendenza all’uso dell’euristica del ragionamento controfattuale e l’aspetto emotivo, ovvero la tendenza alla valutazione negativa di una scelta fatta.

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Abstract

What would happen if I let myself go? Tendency to feel regret and personality

 This study investigated the relationship between the tendency to feel regret and personality. A sample of 1329 participants (41.76% males) answered the Big Five Questionnaire and the Tendency to Feel Regret Questionnaire – Adult version. The correlations confirm a relationship between the tendency to feel regret and personality. The regression analysis highlighted gender differences. For both gender the “Perseverance” is an inverse predictor. For females, the “Impulse Control” and the “Openness to Experience” are the predictors of the tendency to feel regret. For males, the best predictors are the “Impulse Control” (but in the opposite way, compared to females) and the “Emotion Control”. The tendency to fell regret could be – particularly for females – introduced in a picture of personality.

Keywords: Regret, Personality Traits, Big Five Model

[1] Rispetto alla provenienza geografica, suddividendo il campione per provincia: il 15.80% del campione proviene dalla provincia di Roma, il 9.86% da Firenze, il 9.10% da Chieti, il 7.90% da Napoli, il 7.00% da Latina, il 6.17% da Cagliari, il 6.09% da Matera, il 5.94% da Milano, il 5.87% da Cambobasso, il 5.87% da Livorno, il 5.64% da Bari, il 4.89% da Torino e il 4.51% da Bologna. Il 4.67% da altre province che singolarmente non raggiungono il 2%, mentre 9 soggetti (pari allo .68% del campione) non ha indicato la provincia di residenza. In relazione allo stato civile, il 55.46% del campione è coniugato, il 35.97% è celibe o nubile, il 4.59% è vedovo e il 3.69% è separato o divorziato. 4 soggetti (pari allo .30% del campione) non ha indicato nessuna alternativa di risposta. Il 47.22% del campione ha dichiarato di avere dei figli. Rispetto al titolo di studio, il 6.77% del campione possiede la licenza elementare, l’11.59% il Diploma di scuola media inferiore, il 10.23% il diploma di un istituto professionale, il 44.39% il diploma di scuola superiore, il 24.38% la laurea. 23 soggetti (pari all’1.73% del campione) non ha indicato il titolo di studio, mentre 12 soggetti (pari allo 0.90% del campione) ha risposto altro. In relazione alla condizione occupazionale, il 57.11% del campione è occupato, il 19.04% studente, il 9.41% pensionato, il 7.00% in cerca di occupazione e il 5.49% casalinga. 24 soggetti (pari all’1.81% del campione) ha risposto altro, mentre 2 soggetti (pari allo 0.15% del campione) non hanno fornito risposta. In relazione all’occupazione (tra i soggetti che hanno indicato di essere occupati) il 31.48% svolge l’attività di impiegato di concetto, il 17.39% di operaio, il 10.14% di libero professionista, il 9.88% di impiegato direttivo, l’8.03% di dirigente, il 5.27% di insegnante, il 3.68% di imprenditore, il 3.16% di agricoltore o bracciante agricolo, il 2.76% di artigiano e lo .05% di manovale. 58 soggetti (pari al 7.64% del campione) ha risposto altro.